La chiamano “alleanza”, ma in realtà è qualcosa di molto diverso. Nissan Motor Co., Ltd., ha completato il 20 ottobre l’acquisizione di una quota del 34% del capitale azionario di Mitsubishi Motors, diventando il primo azionista della società. Mitsubishi dè dunque diventato parte dell’Alleanza globale con Nissan e Renault. O meglio, è la più piccola delle matrioska della cosiddetta “Alleanza”. Nel 1999, infatti, Renault, con il manager brasiliano Carlos Ghosn alla guida come vicepresidente esecutivo, comprò il 36,4% (poi salito al 43,4%) di Nissan, che si è comprata il 34% di Mitsubishi. Con l’aggiunta di MMC, l’Alleanza diventa uno dei 3 Gruppi automobilistici più grandi al mondo in termini di volumi globali, con circa 10 milioni di unità vendute nell’anno fiscale 2016.



Portato a casa il marchio, però, escono allo scoperto i primi problemi. Primo fra tutti il cannibalismo interno. La questione è emersa oltreoceano. Come potrebbero infatti Nissan Motor Co. e Mitsubishi Motors Corp. cooperare in Nord America, ora che le due case automobilistiche hanno completato il loro tie-up? Il Ceo di Nissan Carlos Ghosn e il suo omologo Mitsubishi, Osamu Masuko, ammettono infatti di aver appena iniziato a studiare il problema. Un’ipotesi è quella di collaborare sui pick-up per diventare una “centrale elettrica a livello globale”. Ma già il giro di poltrone nell’esecutivo delle due aziende si colloca in modo da riflettere in maniera abbastanza efficace efficace l’acquisizione dii Mitsubishi da parte di Nissan. In Nord America Nissan l’ex delle operazioni spagnole del marchio, Jose Munoz, assumerà un incarico aggiuntivo: quello di global chief performance officer, con decorrenza dal 1 novembre.



La storia si ripete. Il Ghosn che nel 1999 alla guida di Renault comprò Nissan è lo stesso Ghosn che oggi siede al vertice di Nissan e che sa che, attraverso la partnership con la MMC, il marchio otterrà vantaggi sinergici del valore di 24 miliardi di yen nell’anno fiscale 2017, destinati a diventare 60 miliardi di yen nell’anno fiscale 2018 e in seguito contribuiranno ad aumentare il valore dell’utile azionario di circa 4 yen per azione nell’anno fiscale 2017 e di 10 yen per azione nell’anno fiscale 2018, oltre a eventuali incrementi dei guadagni correlati alla partecipazione complessiva di Nissan in Mitsubishi Motors.



All’acquisizione, pardòn, a quest’ultimo tassello dell’Alleanza, Ghosn ci è arrivato, se non passando sul cadavere, affondando il dito nella piaga. Vi ricordate cos’era successo ad aprile? Per rinfrescarvi la memoria, andate a rileggervi questo breve articolo. Nissan prima ha accusato Mitsubishi, la propria fornitrice, di aver barato sulle emissioni, poi l’ha stretta in un angolo, costringendola ad ammettere di aver falsato i dati relativi alla pressione delle gomme di 625mila automobili per ottimizzare i consumi di carburante, dopodiché è saltata al collo della propria preda. In pratica, stava facendo in gran segreto una sorta di due diligence sulla concorrente e voleva comprarla pulita (ne abbiamo parlato dettagliatamente in questo articolo).

Carlos Ghosn, Presidente e CEO di Nissan, ha annunciato che Nissan e MMC collaboreranno su acquisti congiunti, maggiore localizzazione, utilizzo condiviso degli impianti, piattaforme comuni per i veicoli, condivisione di tecnologie e un ampliamento della presenza combinata delle aziende sia nei mercati sviluppati sia in quelli emergenti. «L’unione di Nissan, Mitsubishi Motors e Renault creerà una nuova forza nel mercato globale dell’auto – ha detto Ghosn – Sarà uno dei tre gruppi automobilistici più grandi del mondo, con le economie di scala, e coprirà la domanda dei clienti in tutti i segmenti e in ogni mercato del mondo attraverso tecnologie innovative e capacità produttive». Certo, uno dei tre marchi – indovinate quale? – nel gioco ci ha rimesso non poco. Tanto che lo stesso Ghosn si è premurato di assicurare che Nissan è impegnata «a supportare Mitsubishi Motors nel suo percorso per riconquistare la fiducia dei clienti». Nel fratempo si è piazzato a capo del consiglio di amministrazione di Mitsubishi come presidente, dopodiché ha nominato altri tre membri del cda, uno dei quali, Mitsuhiko Yamashita, era già stato inserito nel board quest’annco come emissario di Nissan. A Hiroto Saikawa, Chief Competitive Officer di Mitsubishi ante-Alleanza, hosn ha riservato come premio di consolarione il ruolo di co-CEO.