Se pensate di aprire un concessionario d’auto o di investire soldi per ingrandire il vostro, ci sentiamo onestamente di sconsigliarvelo. La neve in cima alla montagna comincia a scivolare a valle e la valanga andrà a colpire tutti, o quasi, i venditori di automobili in Italia. L’inizio della fine è l’accordo tra Fiat e Amazon. Intendiamoci, è ancora un sassolino che rotola perché la cosa è complessa e ci vorrà tempo, ma ogni fine ha un inizio e l’intesa annunciata ieri a Torino ce la ricorderemo così. Come negozianti sotto casa spazzati via, in larga parte, dai grandi ipermercati, o la distribuzione tradizionale messa in crisi dal commercio on line, anche quelli dell’automotive dovranno in qualche modo reinventarsi un ruolo per restare sul mercato e giustificare gli ingenti investimenti che richiede l’attività. Perché il mondo cambia e non fa prigionieri.



Esattamente come Amazon con il quale Fiat ha deciso di commercializzare on line tre modelli di auto, le più vendute, Fiat 500 (berlina e cabrio), 500L e Panda (compresa la 4×4). Non solo Amazon le vende e offre gli stessi finanziamenti targati Fca Bank che si trovano negli autosaloni, ma offre anche uno sconto che va dal 20% al 33% sul prezzo di listino dell’auto, percentuali che nessuno dei concorrenti che hanno una struttura “su strada” può in questo momento permettersi.



«L’utente Amazon», dicono a Torino, «potrà scegliere tra le configurazioni disponibili, acquistando online sul sito di ecommerce al prezzo di 180 euro un kit di benvenuto che assicurerà l’accesso alla promozione. Dopo l’acquisto del kit, il servizio clienti di Amazon contatterà il cliente per individuare il concessionario Fiat presso cui portare a termine l’acquisto dell’autovettura prescelta e concordare i termini di consegna. Il concessionario scelto provvederà poi a ricontattare il cliente e lo accoglierà nello show room». Oltre il danno anche la beffa. Il concessionario si vedrà passare sotto il naso il potenziale cliente che ha già comprato su Amazon e dovrà lavorare per raccattare poche briciole. A Torino dicono che sarà un ruolo centrale, ma in realtà lo ammette anche il responsabile del costruttore per il mercato italiano, Gianluca Italia: «Inizia una rivoluzione nel modo di scegliere le vetture Fiat. Con Amazon innoviamo perché crediamo necessario un nuovo modo di vendita più trasparente e chiaro».



La rivoluzione ha bisogno di tempo, durante il quale i concessionari resteranno indispensabili per vendere le vetture di Fiat e degli altri costruttori, ma a rivoluzione compiuta ci saranno sempre morti e feriti che, in questo caso, saranno i proprietari degli autosalone, i loro dipendenti e i collaboratori.

I concessionari hanno in mano solo tre armi per resistere. La prima è l’indagine che dimostra come il 97% degli italiani preferisca che la consegna del veicolo avvenga in un autosalone. La seconda è la consulenza iniziale sul prodotto, il fatto che il cliente possa vedere di persona e toccare il veicolo con le proprie mani, chiudere e aprire le portiere. Il terzo è la consulenza post vendita e la manutenzione. Purtroppo non ci vuole un genio per inventarsi un mega flagship store delle case automobilistiche – che peraltro ci sono già – e potrebbero prendere piede gruppi di concorrenti che offrono tagliandi e manutenzioni a prezzi scontati su internet. Se si tratta di guadagnare tempo possono andare bene. Mentre per vincere la battaglia contro l’ecommerce ci vuole ben altro.