Anche in un mercato che cresce come quello dell’auto in Europa ci sono i vincitori e ci sono i vinti. Tutti sorridono, tutti si mostrano soddisfatti dei risultati che per tutti (o quasi) mostrano un segno più rispetto all’anno precedente. Ma tutti sanno che quando il mercato scende bisogna difendere la quota di mercato e quando sale, invece, bisogna puntare a incrementarla, rubando clienti e spazi di mercato ai concorrenti.



E i numeri delle auto nuove vendute in Europa che complessivamente sono cresciute del 9% nel 2015 dimostrano che c’è un vincitore assoluto: le auto di lusso, o come dicono gli esperti del settore, i marchi delle auto premium che, chi più chi meno, non hanno mai smesso di investire negli anni bui, hanno dato una lucidata ai vecchi blasoni con un tocco di design più moderno e, soprattutto sono andate all’attacco della fascia di mercato più popolare sia con insegne ad hoc, sia offrendo auto di buon livello anche nei segmenti bassi. Lo dimostra Mercedes che più di altri ha rinnovato il design (+17% grazie anche a un +71% della nuova Smart) e lo dimostra Bmw che ha fatto segnare un +12% complessivo e un + 20% di Mini. Ma lo dimostrano anche Jaguar e Land Rover che hanno registrato un aumento delle vendite rispettivamente del 40 e del 21% E soprattutto Porsche che ha fatto segnare un +25% nelle immatricolazioni.



Un caso a parte poi è quello di Jeep che dopo un anno disgraziato per le consegne ha ampliato la gamma, allargato la rete distributiva e ha messo nero su bianco un + 144%, dando contribuito in maniera decisiva alla buona performance del Gruppo Fca. Nella lista dei cattivi sono davvero in pochi, ma spiccano due marchi derelitti, abbandonati a se stessi e, forse, senza futuro come Lancia e Alfa Romeo che, in un anno buono, registrano rispettivamente un -13% e un -2,6%. Positivi, ma sotto la media, c’è tutto il Gruppo Volkswagen, Audi compresa (l’eccezione che conferma la regola) ed esclusa, come detto, Porsche), Psa che raggruppa i marchi Peugeot, Citroen e Ds e non va oltre una crescita del 6%, Opel che segna un misero +2% e Toyota, che nonostante le auto bride e la buona performance del suo marchio premium Lexus (torna la regola) non va oltre il 6%.

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