Mettiamo il caso che abitiate in una grande città: Roma, Milano, ma anche Torino. O magari Bologna o Genova. Mettiamo anche che possediate una city car, acquistata per muovervi e parcheggiare con disinvoltura in città. Mettiamo infine che tra manutenzione obbligatoria, assicurazione, tassa automobilistica spendiate almeno 2.400 euro (dati ACI relativi alla Smart Fortwo) tra bollo, assicurazione, revisione e inevitabili piccoli interventi di tagliando, senza contare la quota interessi equivalente a quanto vi avrebbe reso il vostro denaro lasciato in banca (anziché al concessionario). Senza contare le rimozioni a tradimento (quelle effettuate ad esempio durante le vacanze per interventi o traslochi) e le multe conseguenti. Siamo proprio sicuri che non vi convenga noleggiarla, quell’auto, anziché comprarla? Pensateci bene: niente esigenza di avere un box o un posto auto, niente problemi con ztl, niente limitazioni di parcheggio, niente questioni con meccanici che – specie se siete donne – danno per scontato che non capiate un’acca di motori, niente scadenze da rispettare, neppure il problema delle gomme da gonfiare o del serbatoio da rifornire. Niente di niente, se non localizzare l’auto più vicina a voi, su cui salire e da parcheggiare dove volete.



La soluzione si chiama “free floating” e l’ha inventata Daimler, che con il suo Car2go ha disseminato di circa 14mila Smart Fortwo (delle quali 1.650 sono veicoli elettrici) le città di mezzo globo conquistando 1,1 milioni di clienti in tutto il mondo (650mila in Europa) ed è leader di mercato mondiale nel campo del carsharing a flusso libero. A Milano sono 700 le vetture disponibili, a Roma 600, a Firenze 200, a Torino 450 e l’azienda è in trattativa con Bologna e Genova per l’introduzione del servizio. Il 90% degli utenti sfruttano il servizio per una sola tratta (andata o ritorno) di circa 15 chilometri per una mezz’ora.



Noi, che facciamo parte della nutrita schiera di milanesi che per disperazione hanno rinunciato all’auto, l’abbiamo provata. La procedura di registrazione, online tramite il sito www.car2go.com, costa 19 euro e la si paga una volta sola (sempre che la si paghi, perché spesso e volentieri sono attivi codici promozionali che offrono la gratuità): nessun costo di rinnovo mensile o annuale, come i concorrenti, diversamente dai quali, però, occorre anche recarsi in un punto fisico per l’identificazione, in modo da evitare furti di identità e rendere operativa la garanzia assicurative. Niente di drammatico, data la capillarità delle sedi di convalida.



Trovare la Smart più vicina è semplice, attraverso la app dedicata, finalmente disponibile anche per Blackberry (oltre che iOs, Android, Windows). Scelta la vettura, si chiede l’apertura del noleggio tramite la app, si avvicina lo smartphone al display sul cruscotto (che però, anacrosticamente, richiede ancora l’avvicinamento di una card che non è più fornita) e l’auto si apre. Tutto qua. E se il primo utilizzo non è stato propriamente sciolto (tra inevitabile inesperienza nell’utilizzo dell’app e legnosità di un’auto non “educata” al nostro stile di guida), al car sharing ci si fa presto la mano. E comunque in caso di panico c’è il numero verde attivabile tramite l’apposito pulsante sul touchscreen della macchina.

I costi: 29 centesimi al minuto, 14,90 € l’ora, 59 € al giorno. Da tarare però coi vari bonus e offerte che periodicamente vengono introdotti al servizio: ad esempio, i 29 centesii al minuto diventano 23 acquistando un apposito pacchetto da 300 minuti spendibili in un mese, fino a fine marzo c’è l’offerta 3 ore a 29 €, e attualmente chi fa rifornimento (ai distributori Q8 e ovviamente senza spendere nulla di tasca propria) vengono accreditati 10 minuti gratis. Basta saperne approfittare.

Ma il carsharing fa risparmiare dei soldi? Dipende da quanti chilometri pensate di dover fare ogni anno. Sapendo che la velocità media in città è di 15 chilometri l’ora e un ora di CartoGo costa poco meno di 15 euro significa spendere  circa un euro a chilometro. Potrebbe sembrare una follia, ma rimborsi chilometrici elaborati dall’Aci alla mano, scopriamo che se si fanno meno di 3mila chilometri l’anno in città, ne vale la pena, eccome, anche dal punto di vista economico. Poi, non si perde tempo con il rinnovo dell’assicurazione, quello del bollo, si cancella il numero dei meccanici dall’agenda e ci si può dimenticare di far benzina, di gonfiare le auto e persino dei grattaesosta.  in termine di stress, ore e rogne quanto lo valutate tutto questo?

Marina Marinetti

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