Volkswagen nei giorni scorsi ha regalato nuovi confini alla metafora “gettare il cuore oltre l’ostacolo”. Come se non se non fosse accaduto nulla, come se gli ultimi sette mesi non fossero stati i peggiori della sua storia, come se il diesel gate non avesse macchiato forse indelebilmente la sua immagine oltreoceano, ha confermato l’obiettivo di vendere oltre mezzo milione di auto negli Sati Uniti nel 2017. Lo ha affermato, restando serio, Il responsabile del brand VW, Herbert Diess che, forse per sicurezza o forse per un rigurgito di onestà intelletuale, si è concesso la possibilità di sgarrare di un anno e arrivare a questo risultato nel 2018. Dietro queste affermazioni c’è una, scontata e già prevista, offensiva di prodotto con l’arrivo sul mercato di due nuovi crossover e il massimo impegno della filiale a supportare le strutture locali.
Diess ha dato questi numeri a una rappresentanza dei suoi dealer americani a Las Vegas e, forse, non poteva fare altro. Il mezzo milione di veicoli venduti negli Usa era uno dei numeri della strategia impostata dall’ex ceo Martin Winterkorn per arrivare a quota 18 milioni di immatricolazioni nel mondo e insediarsi al primo posto assoluto tra i costruttori di auto. Ma il piano e il suo ideatore si sono “schiantati” contro una realtà inimmaginabile solo un anno fa. Ora la “strategia numero uno” è l’ultimo dei problemi per il nuovo ceo che deve, da una parte, far fronte alla miriade di cause che sono state intentate contro il gruppo in decine di Paesi, dall’altra ricostruire l’immagine di un marchio che faceva dell’onestà e dell’affidabilità il suo cavallo di battaglia e, in più, mantenere un livello di liquidità decente per restare al passo con i concorrenti negli investimenti nell’innovazione. Tre questioni da ridere, tanto che bisogna faticare non poco a scegliere la più spinosa. Dovendolo fare, l’ultima è quella sulla quale si gioca il futuro del gruppo. Se non si trova la quadra tra innovazione e redditività, sarà impossibile far fronte ai rimborsi e alle cause e non ci saranno quattrini per investire nel rilancio del marchio. In questo scenario parlare di auto vendute è non solo inutile, ma anche dannoso. Diess dovrebbe parlare di margini di guadagno su ogni nuova immatricolazione. E considerando quanto costerà in termini di sconti ai clienti e di investimenti in pubblicità vendere auto Volkswagen, non sappiamo davvero cosa augurargli.
Franco Oppedisano