Quella sugli airbag Takata difettosi assume sempre più i contorni del vaso di Pandora imprudentemente scoperchiato. Se erano 14 milioni i dispositivi di gonfiaggio difettosi nella prima fase del suo ultimo richiamo, all’inizio di questo mese l’azienda giapponese ha dichiarato che il numero dei veicoli coinvolti potrebbe salire a 40 milioni entro il 2019, con 17 case automobilistiche coinvolte. Nel frattempo Takata sta affrontando una complessa trattativa per il salvataggio della compagnia con un certo numero di potenziali investitori, tra cui la società di private equity KKR & Co.



Al momento sono già otto le case automobilistiche che stanno richiamando più di 12 milioni di veicoli statunitensi a causa degli airbag Takata difettosi. Honda sta richiamando 4,5 milioni di veicoli, mentre Fiat Chrysler Automobiles ne sta richiamando 4,3 milioni. I veicoli richiamati sono stati costruiti tra il 2002 e il 2011 e includono pickup, SUV e automobili. Questa nuova ondata di richiami interessa l’airbag lato passeggero, mentre i richiami precedenti riguardavano il dispositivo a protezione del guidatore.



Il problema, lo ricordiamo, riguarda l’eccesso di potenza con la quale possono esplodere gli airbag, letteralmente sparando schegge di metallo negli abitacoli dei veicoli. Il difetto è stato collegato ad almeno 13 morti e oltre 100 feriti in tutto il mondo e al momento non ci sono notizie di eventuali rotture che coinvolgono i veicoli interessati dall’ultimo richiamo.

Prima dell’annuncio di venerdì, già 14 case automobilistiche, Honda in testa, avevano già richiamato 24 milioni di veicoli negli Stati Uniti, mentre Toyota ne sta richiamando 1,65 milioni, Subaru circa 400.000 veicoli, inclusi alcuni modelli fuori produzione Saab e Pontiac assemblati per la General Motors.
Fiat Chrysler, da parte sua, ha annunciato che sta richiamando 933.000 veicoli venduti in Canada, Messico e fuori del Nord America, mentre Mazda sta richiamando circa 730.000 veicoli degli Stati Uniti, Nissan 400.000, Mitsubishi 38.000 e Ferrari 2.800.