Non tutto il dieselgate vien per nuocere. La scossa data all’opinione pubblica dallo scandalo sulle emissioni porterà benefici per le case automobilistiche che si dedicheranno alla mobilità sostenibile. Già, perché tutte le auto immatricolate in Germania dovranno essere a emissioni zero dal 2030 per contribuire alla riduzione dell’inquinamento globale. Non solo: la Germania sta pianificando di tagliare le emissioni di anidride carbonica dall’80 al 95% dal 2050. E per farlo, le immatricolazioni di auto diesel dovranno cessare entro i prossimi 15 anni. Senza mezze misure, il Segretario di Stato agli Affari economici Rainer Baake ha dichiarato al Tagesspiegel che «non ci sono state riduzioni effettive delle emissioni dovute al settore dei trasporti dal 1990. Non abbiamo nessuna alternativa ai camion al momento, ma ne abbiamo invece per le auto».
La Germania è in ritardo sui tagli ai gas ad effetto serra che il trasporto emette e che, secondo il Ministero dell’Ambiente, incidono per un quinto sulle emissioni del paese. Il settore ha bisogno dunque di tagliare circa 10 milioni di tonnellate di CO2 nei prossimi 5 anni dai circa 165 milioni di tonnellate di anidride carbonica emessi l’anno scorso.
Peccato che, mentre il paese si è impegnato a ridurre le emissioni del 40% entro il 2020 rispetto ai livelli del 1990, l’adozione di auto elettriche sia invece stata lenta. Per incentivare la sostituzione del parco auto, il governo di Angela Merkel ha promesso sussidi per l’acquisto di veicoli elettrici, una mossa che è stata accelerata dallo scandalo del dieselgate di cui si è reso protagonista il Gruppo Volkswagen. Secondo il Ministero dell’Ambiente, il programma di incentivi porterà alla vendita di 500mila auto elettriche entro il 2020. Se il piano avrà successo, secondo l’Automotive Managemente Institute la quota di elettrico raggiungerà l’8% nel 2025, dall’attuale 0,6%.