È stata una dura settimana per Fca quella che si è appena conclusa. Il pressing messo in campo dal ministro dei Trasporti, Graziano Delrio, non è infatti andato a buon fine: la Commissione europea ha avviato una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia per il mancato adempimento, da parte appunto di Fiat Chrysler Automobiles, degli obblighi derivanti dalla normativa Ue in materia di omologazione dei veicoli. Primo sprofondo in Borsa, -4,6% a fine contrattazioni di mercoledì. A generare il caso – cosa importante da sottolineare e capirete dopo il perché – è stata una richiesta tedesca del settembre 2016: la Commissione è stata chiamata in causa come mediatore «nel disaccordo fra autorità tedesche e italiane sulle emissioni di ossidi di azoto prodotte da un’auto omologata in Italia». Durante la mediazione, conclusa positivamente, «la Commissione ha esaminato i risultati delle prove di emissioni e le informazioni fornite dall’Italia» e al termine di tale esame, ora l’esecutivo «chiede formalmente all’Italia di dare una risposta alle sue preoccupazioni circa l’insufficiente giustificazione fornita dal costruttore in merito alla necessità tecnica – e quindi alla legittimità – dell’impianto di manipolazione usato e di chiarire se l’Italia è venuta meno al suo obbligo di adottare misure correttive per quanto riguarda il tipo di veicolo Fca in questione e di imporre sanzioni al costruttore di auto». 



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