La sposa ha 99 anni e lo sposo 80. Ma l’età non è il motivo per cui il matrimonio tra Magneti Marelli e Calsonic Kansei (Kkr) è del tutto fuori dalla norma. Non ricordiamo negli ultimi anni un’acquisizione di questa portata nel settore industriale italiano da parte di un’azienda giapponese. Ci vengono in mente l’acquisto di Ansaldo Breda da parte di Hitachi Rail, ma si parlava due anni fa di un corrispettivo di 800 milioni di euro, e quello della birra Peroni da parte della concorrente Asahi per un paio di miliardi. Per la festa di nozze di Magneti Marelli si tratta di 6,2 miliardi di euro che Kkr ha messo sul tavolo per creare il decimo più grande fornitore del mondo del settore automotive, con un fatturato combinato di circa 15 miliardi e oltre duecento tra centri di ricerca e strutture produttive in tutta Europa, in Giappone, nel continente americano e in Asia.



La valutazione di 6,2 miliardi è generosa (lo dimostra la reazione delle azioni in Borsa ieri mattina quando hanno faticato a fare prezzo per un eccesso di rialzo) e rappresenta poco meno di un terzo dell’intera capitalizzazione del Gruppo Fca, il suo valore totale, ma è difficile dire se sia stato o meno un affare per il Lingotto. Perché Magneti Marelli è, e resterà, uno dei principali fornitori di componenti delle linee di montaggio dei vari marchi di Fiat-Chrysler. È stato infatti firmato un accordo pluriennale di fornitura ed è difficile dire cosa sia stato sottoscritto.



I prezzi dei componenti rimarranno uguali? Fca potrà guardare altrove per componenti magari tecnologicamente più avanzati? O sarà legata mani e piedi all’ex azienda sorella? L’obiettivo dichiarato è crescere insieme, mantenere l’occupazione in Italia e combinare insieme due aziende per mettere in comune ricerche e innovazione. Ma né Kkr, né Fca avrebbero potuto dire altro. Bisognerà capire come andranno davvero i rapporti futuri tra i due partner commerciali nei dettagli, dove di solito, si dice, si nasconde il diavolo.

L’altra domanda da porsi riguarda il futuro del Gruppo. Senza Magneti Marelli sarà più forte o più debole? Più appetibile o meno interessante per un eventuale compratore di cui si sente parlare da almeno tre o quattro anni? Alla prima domanda si dovrebbe rispondere che molto dipende, almeno nel breve termine, dall’accordo di fornitura che è stato sottoscritto insieme alla vendita e da come saranno usati i 6,2 miliardi che verranno incassati.



Se si deciderà di puntare su nuovi modelli, su ricerca e sviluppo, si metterà in soffitta, almeno per qualche tempo, la coperta corta che limitava gli investimenti al minimo indispensabile e dai cassetti del ceo Mike Manley potrebbero uscire progetti troppo a lungo messi da parte. Se questi ultimi saranno interessanti, Fca potrebbe almeno competere alla pari con gli altri costruttori. Cosa che finora non ha mai potuto fare per mancanza di denaro. Altrimenti se i 6,2 miliardi rimanessero in cassa il gruppo Fca sarebbe più interessante per un eventuale acquirente. 

Per un concorrente, poi, l’assenza di Magneti Marelli, non sarebbe certo un problema perché di fornitori del settore automotive è pieno il mondo.