Turismo e mobilità: avete mai pensato che queste due parole possano andare a braccetto? E’ un’allenaza importante e strategica soprattutto per l’Italia. E il mercato del turismo ruota attorno a questa scelta: come muoversi? Una risposta che è condizionata dalle distanze da percorrere, dalla situazione climatica oltre che dalla comodità. E’ uno dei temi più interessanti che il Meeting di Rimini affronterà nell’area “Move to Meet” dove nei giorni di fiera i visitatori avranno la possibilità di ascoltare e interagire con i diversi ospiti ed esperti del settore. Per anticipare alcuni nodi di questo dibattito ilsussidiario.net ha intervistato Giovanni Bastianelli, direttore esecutivo di Enit – Agenzia Nazionale del Turismo.
Perché – con chi – verso dove – come: cosa conta di più oggi per chi “si muove”, secondo lei? E personalmente per lei, qual è la domanda più importante, e per quale motivo?
Personalmente scelgo il “con chi”. A mio avviso è fondamentale saper scegliere con chi andare. Più in generale direi il “come”. Il mercato del turismo ruota attorno a questa scelta. Questa può essere dettata dalla comodità, dalla tradizione, dal clima, dalla vicinanza, ecc. o magari dal desiderio di vivere un’esperienza particolare, come suggerisce il titolo del convegno.
Enit promuove e valorizza il patrimonio più vero e inimitabile del Paese, che ruota intorno alla bellezza autentica declinata in natura, arte, storia, cultura e “culture”. A fianco al turismo di massa cresce significativamente il turismo slow fatto di enogastronomia e outdoor. La bellezza italica richiede un’esperienza lenta per essere assaporata?
Decisamente sì. Noi stiamo puntando molto su questo. In un mercato economico in cui l’offerta turistica è praticamente sviluppata ovunque diventa necessario caratterizzarsi. Noi lo stiamo facendo nei punti che riteniamo unici: penso per esempio alla possibilità di proporre mare e montagna nello stesso scenario. Non solo. L’offerta culinaria della nostra penisola è più unica che rara.
Cosa comprendono dell’Italia i turisti che ci “leggono” anche attraverso i servizi e le forme della mobilità che proponiamo loro quando esplorano il nostro Paese?
Riguardo la mobilità interna credo che il nostro Paese sia competitivo in Europa. Non abbiamo grossi problemi: ferrovie, voli interni, autostrade sono all’altezza. Paesaggisticamente, muoversi all’interno dell’Italia è un’esperienza molto interessante.
Si parla spesso di turismo esperienziale, ma l’espressione non convince molti perché sembra uno slogan: possiamo provocarla a parlare di turismo del desiderio? Come si fa a costruire l’offerta turistica che basi i servizi su motivazioni e bisogni veri dei viaggiatori?
“Esperienziale” è in effetti una parola orrenda. È tuttavia vero che il turista spesso viaggia cercando un certo tipo di esperienza, nella maggior parte dei casi unica. In questo senso acquista peso la qualità dei servizi. Turismo del desiderio? Sì, sono d’accordo. La parola desiderio è più corretta. Occorre proprio cercare il punto di vista del turista.
Il “mercato” del turismo in Europa è molto agguerrito e il nostro Paese compete con gli altri europei apparentemente con armi maggiormente efficaci. I dati però indicano nella Spagna la maggiore capacità di attrazione di turisti, per quale ragione? Quali sono gli ingredienti che ci mancano?
La Spagna si è mossa molto bene negli ultimi venti anni. Ci ha creduto forse di più di noi, certamente ha investito di più. Tuttavia questa nazione, nel turismo, non va più forte dell’Italia. In termini di visitatori, lo scorso anno il nostro paese è cresciuto quasi il doppio rispetto al Paese iberico. Fuori dall’Europa l’Italia è cercata molto di più rispetto loro. Il nostro Paese va meglio con i turisti extra-europei rispetto alla Spagna; diverso discorso per gli europei. A mio avviso Spagna e Italia non sono in competizione. Penso piuttosto a mete complementari.
(Francesco Davide Zaza)