Motta sarà il grande protagonista del concerto del primo maggio. Le carte le ha tutte. Motta è il cantautore indie più amato d’Italia e con la vittoria al Premio Tenco e la partecipazione al festival di Sanremo ha cominciato la svolta per entrare nel circuito mainstream. Il brano presentato al festival, Dov’è l’Italia, è tra quelli che ha goduto più critiche positive, fortemente politico nei contenuti. Sicuramente il pubblico si aspetta da lui una grande esibizione che non mancherà. Lui però preferisce non farsi identificare come cantante politico. A chi gli chiede che oggi in Italia vince o perde, risponde a sorpresa su Rolling Stone: “Non so rispondere bene a questa domanda a livello politico, ma ti posso rispondere a livello sociale. Per me vincono i miei genitori, quello che mi hanno insegnato”. Aggiungendo: “Non mi sono mai nascosto nel ringraziare sempre i miei genitori. Che per un musicista, magari, può essere poco vincente, può essere poco rock, come cosa. Ma in realtà trovo molta più soddisfazione a vedere i miei genitori come esempio, rispetto ai miei 18 anni in cui, come esempio, c’erano Lou Reed e David Bowie. Sono stati molto più importanti i miei genitori”. Però ha qualcosa da dire anche a livello politico: “In qualche modo ho una voglia matta di credere nelle persone, di credere che un giorno farò un figlio, di credere che questo figlio non sarà in mano a un certo tipo di persone, parlando sempre a livello sociologico. Non ti sto parlando di chi avrà come Presidente del Consiglio, ma delle persone che avrà in classe. Però a volte sento una sensazione di smarrimento”.
MOTTA E LA COVER DI FABRIZIO DE ANDRÉ
Francesco Motta, noto anche solo come Motta, è un cantautore e polistrumentista nato a Pisa. Motta nasce artisticamente nel 2006, a soli venti anni, con i Criminal Jokers, band pisana con cui incide tre dischi, “This was supposed to be the future” (2009) e “Bestie” (2012). Un nuovo passo verso il prestigio nazionale lo ha fatto partecipando al tributo a Fabrizio De André con il pezzo Verranno a chiederti del nostro amore. Un pezzo molto difficile da riprendere, ma secondo molti Motta ci è riuscito benissimo. “Come tanti, ho ascoltato per la prima volta Verranno a chiederti del nostro amore di Fabrizio De Andrè da piccolo, sul vinile del secondo live con la PFM che girava spesso e volentieri in casa mia. Mi ha colpito subito, senza neanche conoscere la storia dietro quelle parole, che poi ho recuperato qualche anno dopo ascoltando Storia di un impiegato”, ha confessato a Rockit. Era quello un disco molto particolare di De André, un disco controverso, la storia di un bombarolo che con spirito individualista decide di far saltare in aria persone innocenti perché non sopporta più la società in cui vive: “Ancora oggi, è la canzone d’amore antagonista più bella che ricordi, un “noi contro loro” che commuove ad ogni ascolto, fortemente voluto dalla voce narrante che ripercorre la sua storia d’amore, forse già finita, da dietro le sbarre e lancia un appello disperato a lei che è rimasta fuori e che potrebbe venire sedotta dal potere, dagli altri”, dice Motta. Pianoforte, voce, violoncello e poco altro, Motta è riuscito a esprimere tutta la drammaticità del pezzo: “Da piccolo non riuscivo a cogliere tutte le sfumature e, in realtà, anche oggi alcune frasi restano un mistero, ma prima di cercare interpretazioni su libri o online, preferisco farmi trasportare dall’onda emotiva come facevo anni prima, mentre ascoltavo una delle chiose più belle mai scritte in una canzone, quel “Continuerai a farti scegliere o finalmente sceglierai” che porta con sé la fine di ogni storia d’amore che non finisce mai”, dice ancora.
LA POSSIBILE SCALETTA
Motta aveva già preso parte al concerto del primo maggio due anni fa, quando ancora era conosciuto solo da pochi fan. Adesso, due dischi e vari singoli di successo, è pronto per il prestigioso palco. Cosa eseguirà? Sicuramente il suo brano di maggior successo, La nostra ultima canzone, grazie al quale ha vinto la Targa Tenco. Non mancheranno il primo successo del Motta solista, Sei bella davvero, Quello che siamo diventati (Terzo singolo lanciato da Motta dal suo fortunatissimo secondo disco da solista, pubblicato il 6 aprile 2018. Il video, diretto da The Astronauts, vede un Motta bambino diventare grande davanti allo specchio nel tempo di una canzone. La camera segue l’artista, da bambino che non arriva allo specchio fino ai capelli bianchi e la camicia allacciata dalla compagna di una vita) e ovviamente Dov’è l’Italia, il brano sanremese.