In attesa di rivederlo a bordo campo, José Mourinho gironzola nel box Ferrari durante le qualifiche del GP di Silverstone. Una presenza che non può passare inosservata quello dello Special One. Dopo l’addio al Manchester United, è stato accostato a diverse squadre, ma è in attesa di un progetto convincente. «Il calcio mi manca molto. Mi mancano l’adrenalina, il campo, il mio lavoro», ha confessato alla Gazzetta dello Sport. Intanto analizza i cambiamenti in Serie A, a partire dalle panchine. E ovviamente non può che partire dal suo ex club: «L’Inter quest’anno deve vincere. Sicuro». Mourinho mette subito pressione a Conte, intanto studia il tedesco. Nel suo futuro c’è la Bundesliga? «Mi manca questa lingua. Parlo inglese, spagnolo, portoghese, francese, italiano. Poi, certo, non escludo nulla, neppure la Germania». Dopo aver seguito la semifinale di Wimbledon tra Federer e Nadal, resterà a casa a godersi la finale facendo zapping per seguire pure la gara di Formula 1. Mentre va via però apprende la notizia della malattia di Sinisa Mihajlovic. «È forte, un lottatore», assicura, anche se appare visibilmente scosso.
MOURINHO “INTER DEVE VINCERE SCUDETTO” E SUL SUO FUTURO…
Scalpita comunque José Mourinho per tornare a lavorare. Ma l’allenatore portoghese è a caccia di un club giusto con il quale rilanciarsi dopo l’addio al Manchester United. «Ho grande voglia di tornare, ma aspetterò il club giusto, per il progetto giusto». Nel frattempo segue anche altri sport, approfittando del fatto che ha il tempo per goderseli. Negli ultimi tempi il suo nome è stato accostato a club francesi come Paris St Germain e Lione, al Newcastle, al Guangzhou Evergrande, alla Roma e persino alla Juventus prima dell’arrivo di Maurizio Sarri. Nel frattempo ha incassato l’omaggio di Pep Guardiola, che prima di essere “rivale” in tante sfide è stato suo “allievo”. Il manager catalano ha rivelato: «José è stato importante per la mia formazione di allenatore. Io ancora giocavo. Lui era uno degli assistenti di Bobby Robson e appresi diverse cose da lui, soprattutto nell’organizzazione difensiva».