Appena l’arbitro fischia la fine del primo tempo di Tottenham Everton, il capitano degli Spurs Hugo Lloris parte come un indemoniato e si fa tutto il campo per andare a redarguire, in modo abbastanza violento, il suo compagno di squadra Son Heung-Min: secondo la ricostruzione, il portiere rimproverava al sudcoreano una mancata copertura in occasione di un’azione recente. L’attenzione è stata ovviamente catalizzata sulla scena, anche perchè Lloris pareva avere intenzioni bellicosi ed è servito mezzo Tottenham per fermare lui e mettere al sicuro Son: di mezzo c’era l’intervallo, per cui c’erano tanti punti di domanda su cosa sarebbe successo una volta tornati in campo: José Mourinho avrebbe sostituito il distratto Son? Avrebbe messo fuori anche Lloris? Niente di tutto questo: anzi, i due protagonisti del diverbio sono rientrati sul terreno di gioco fianco a fianco, evidentemente essendosi chiariti sull’accaduto. Il Tottenham ha poi difeso il gol di vantaggio (in realtà un’autorete) vincendo una partita importante, e mantenendo vive le speranze di Europa in una stagione sotto il par.
MOURINHO: “LITE LLORIS-SON BELLISSIMA”
Inevitabilmente, al termine della partita a Mourinho è stato chiesto della lite Lloris-Son; tuttavia, i giornalisti che eventualmente andavano a caccia di parole grosse da parte dello Special One sono rimasti delusi. O comunque spiazzati, perché la notizia l’hanno comunque ricavata: l’allenatore portoghese ha infatti etichettato l’episodio come “bellissimo”: termine suo, motivato dal fatto che cose di questo genere siano importanti per far crescere la squadra. Mourinho ha prima cercato di spostare l’attenzione sulla sua persona (“se dovete incolpare qualcuno fatelo con me”), pratica non nuova questa, visto che il tecnico ha costruito tutta una carriera sul ruolo di parafulmine per distogliere l’attenzione da problemi di campo o spogliatoio e permettere ai suoi giocatori di rimanere tranquilli e concentrarsi sul lavoro da svolgere; poi ha appunto detto che l’episodio è stato bellissimo, e che quello che si è visto è stato semplicemente “il capitano che dice a un suo compagno che in campo deve dare di più”.
Problema rientrato? Forse: conoscendo Mourinho, siamo comunque abbastanza certi che, al netto di possibili sfuriate tra le quattro mura dello spogliatoio – giustamente certe cose devono rimanere lì dentro – le dichiarazioni non siano state edulcorate a uso della stampa. Il portoghese quasi certamente ha apprezzato quanto accaduto: le sue squadre sono sempre state improntate sul fuoco vivo e il sacrificio l’uno per l’altro, partendo dall’instancabile movimento senza palla di un Didier Drogba per arrivare alla fascia percorsa e consumata da un Samuel Eto’o che accettò di fare il fluidificante dopo aver segnato oltre 100 gol con il Barcellona. Chiaramente, quando si esaspera il concetto di sudore e fatica, quando il carattere può valere più della tattica, si può andare incontro a incidenti di questo tipo; del resto l’operato di Son Heung-Min nel Tottenham è ben lontano dall’essere messo in discussione, in più gli Spurs hanno vinto la partita e dunque c’è poco di cui parlare, al di là dell’episodio che sicuramente ha portato una nota di colore nel deserto dello stadio di Londra.