Al 66’ minuto di Lazio Fiorentina è arrivato un episodio che potrebbe avere un peso specifico immenso sulla lotta scudetto in Serie A: con i biancocelesti sotto 1-0 in casa (splendido gol di Franck Ribéry) e i viola che avevano avuto due colossali occasioni per raddoppiare in apertura di ripresa, Felipe Caicedo ha stoppato con il petto un pallone nell’area avversaria, e si è lanciato per fronteggiare il portiere avversario. Bartlomej Dragowski gli è uscito incontro, frapponendosi con tutto il corpo ma portando avanti le gambe; l’arbitro ha assegnato il calcio di rigore per l’impatto tra i due, dal dischetto Ciro Immobile ha segnato e la Lazio ha pareggiato, mettendosi poi nelle condizioni per trovare il gol della vittoria firmato da Luis Alberto. Simone Inzaghi resta a 4 punti dalla Juventus, e il successo somiglia molto ad un campanello d’allarme per i bianconeri, che si sono trovati dal potenziale +7 all’avere una pericolosissima avversaria ancora con il fiato sul collo. Ora, l’episodio ha fatto montare tantissime polemiche sul web: c’è chi sostiene che il rigore sia stato inventato di sana pianta dall’arbitro (che era Michael Fabbri), chi ha avanzato la tesi (non per la prima volta) che un rigore identico concesso alla Juventus avrebbe scatenato polemiche a non finire, e poi pareri “autorevoli” come quello di Riccardo Cucchi, che si è chiesto perché non si sia andati a rivedere l’episodio al Var.
MOVIOLA E VAR LAZIO FIORENTINA
Ora, su questo Fabbri sembra essere stato chiaro: l’arbitro ha detto chiaramente “L’ha preso”, facendo dunque intendere di avere visto il contatto. Questo, a conti fatti, sgombrerebbe il campo da ogni possibile revisione come ha spiegato anche La Gazzetta dello Sport, perché non si tratterebbe di un chiaro errore e il video non potrebbe intervenire. Questo non ha frenato Daniele Pradè, che a fine partita ha esplicitamente accusato l’arbitro di aver fatto perdere la sua Fiorentina; una reazione simile l’aveva avuta Rocco Commisso dopo la partita contro la Juventus, e almeno in questo senso le due pretendenti allo scudetto hanno fatto pari e patta. Resta il dubbio: il rigore c’era o non c’era? Dirlo è complicato: quando avviene il contatto, Fabbri si trova alle spalle di Caicedo e non vicinissimo, e anche le immagini televisive da quella prospettiva (o comunque simile) “amplificano” in qualche modo lo scontro. Tuttavia, con la ripresa frontale, si vedono chiaramente due cose: la prima è che Caicedo è già in caduta nel momento in cui tocca il pallone con il sinistro per favorire il dribbling su Dragowski, la seconda è che il tocco del portiere polacco della Fiorentina avviene sì, ma con l’attaccante già quasi a terra e che sembra cercarlo.
Di solito, in casi come questo, bisogna anche porsi la domanda circa il danno procurato o l’intenzione di arrivare al contatto: nel rigore assegnato sabato sera alla Lazio, sicuramente Dragowski esce a valanga su Caicedo, riesce a contenere il suo impeto ma comunque con il ginocchio sinistro tocca il destro di Caicedo. Che, però, lo allunga in prima persona: come detto, è lui a muovere il corpo (non volontariamente, essendo sullo slancio proiettato in avanti) in direzione del portiere avversario e generare il tocco che porta Fabbri a fischiare calcio di rigore. Ovvero: se l’attaccante della Lazio fosse rimasto in piedi, verosimilmente, avrebbe avuto la possibilità di scartare Dragowski e toccare il pallone in porta. Ovviamente l’episodio, chiaro o meno, era destinato a far montare la polemica: sui social e tra tifosi è il gioco delle parti, si sono viste polemiche della stessa asprezza anche per situazioni molto più chiare di questa. Vero è anche che, forse, l’arbitro sarebbe potuto andare a rivedere al Var e togliersi ogni dubbio: ancora una volta dobbiamo dire che, da questo punto di vista, il protocollo circa le possibilità di revisione al video dovrebbe essere più chiaro perché è proprio per contatti di questo tipo, circoscritti alla sola area di rigore, che sarebbe opportuno intervenga sempre.