«Sono soddisfatto, ora al lavoro», commenta così il Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede dopo che anche la seconda mozione di sfiducia contro la sua carica è stata respinta dalla maggioranza del Senato: ko la prima del Centrodestra, finisce a vuoto anche la seconda organizzata da Emma Bonino, Matteo Richetti e Renato Schifani decisamente più “garantista”. 124 voti favorevoli e 158 i contrari alla sfiducia per il Guardasigilli è l’esito letto dalla Presidenza del Senato poco prima delle ore 16, chiudendo così definitivamente il “rischio” crisi di Governo all’orizzonte se fosse stato sfiducia il capodelegazione del Movimento 5 Stelle.
«In sintesi: Bonafede è troppo giustizialista e troppo poco giustizialista. E anche quella di oggi viene archiviata nel cassetto delle ipocrisie, alla cartella “Speculazioni politiche che nulla servono ai cittadini”», è il commento della senatrice M5s Paola Taverna al termine delle votazioni. Matteo Renzi alla fine con il gruppo di Italia Viva ha “salvato” il Governo dando nuova linfa ad una maggioranza però ancora terribilmente divisa praticamente su tutto, tranne sul fatto stesso di voler rimanere a Palazzo Chigi: «La montagna ha partorito una Presidenza di Commissione. Come al solito. Più retorico di Conte, meno coerente di Mastella. Come un ottimo Presidente del Consiglio si possa ridurre a questo non lo capirò mai. Che peccato», è l’attacco del leader di Azione Carlo Calenda contro il suo ex Premier.
RESPINTA PRIMA MOZIONE DI SFIDUCIA
Il Senato non approva la prima mozione di sfiducia contro il Ministro della Giustizia Bonafede, ovvero quella presentata dal Centrodestra compatto: «160 senatori contrari, 131 favorevoli e 1 solo astenuto», così legge il vicepresidente di Palazzo Madama Roberto Calderoli dopo la prima votazione in agenda per le richieste dimissioni del Guardasigilli. La maggioranza richiesta era di almeno 146 voti visto che oggi in Senato vi sono 287 senatori (ma hanno partecipato al voto in 292), perciò il Governo è salvo e si avvia – con i voti a favore anche dei 17 senatori di Italia Viva – ad ottenere un successo anche per la seconda mozione di sfiducia presentata da Emma Bonino.
Dopo l’intervento di Renzi che ha di fatto “salvato” il Governo Conte, il Centrodestra ha puntato il dito contro tanto il Governo quanto lo stesso leader di Italia Viva: «In scena al Senato il remake della celebre triliogia di Sergio Leone: Per un pugno di nomine, Per qualche poltrona in più e Il bello, l’inadeguato e il ridicolo. Regia di Matteo Renzi», scrive Licia Ronzulli (Forza Italia) su Twitter dopo l’intervento in aula dell’ex Premier. «La Lega voterà anche mozione sfiducia di Più Europa. Serve un ministro della giustizia che sia in grado di gestire le carceri, che assicuri che i boss non escano di galera, che ci sia certezza della pena», ha ribadito Salvini anche se il calcolo dei voi non dovrebbe comunque premiare gli anti-Bonafede con il Ministro della Giustizia che si appresta dunque ad essere confermato nella fiducia dalla maggioranza del Parlamento.
IL DISCORSO DI MATTEO RENZI CHE “SALVA” IL GOVERNO
Il Governo è salvo e lo si capisce dai primi secondi dell’intervento di Matteo Renzi che ha subito seguito la difesa di Alfonso Bonafede in Senato: «Italia Viva voterà contro la doppia mozione di sfiducia contro il Ministro della Giustizia». Pace fatta tra renziani e Conte? Non tanto, almeno da quanto spiegato nel discorso dell’ex premier dem: «Voteremo contro le mozioni di sfiducia, ma riconosciamo al centrodestra e Emma Bonino di aver posto dei temi veri. La sua mozione non era strumentale». La leader di +Europa poco prima aveva insistito sul fatto che «Oggi qui si discute di quale politica per la Giustizia serva all’Italia. Se la continuità del governo dovesse significare la continuità della politica della giustizia praticata da Bonafede inviterei tutti a considerare che l’Italia non ne avrebbe nessun giovamento», definendo Bonafede «ministro del sospetto» e concludendo «Per noi la giustizia non coincide con le manette come per Bonafede».
Renzi allontana l’idea di rimpasto «non vogliamo alcuna poltrona o sottosegretario», ma chiede un cambio di passo al (suo) Governo: «Non ci interessa un sottosegretario ma sbloccare i cantieri. Quando portiamo delle idee non stiamo cercando visibilità. Se votassimo con il metodo usato da lei nella sua esperienza parlamentare nei confronti dei membri del governo lei oggi dovrebbe andare a casa: Alfano, Guidi, Boschi, Lupi, Lotti, De Vincenti. Ma noi non siamo come voi». Il “bluff” alla fine è svelato: il Governo Conte è salvo, almeno per oggi.
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— Matteo Renzi (@matteorenzi) May 20, 2020
IL DISCORSO DI BONAFEDE
«Quando si giura sulla Costituzione come ministro della Repubblica, si decide di essere, in tutto e per tutto, uomo delle istituzioni», così il Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede si difende al Senato davanti alla doppia mozione di sfiducia sul tema scarcerazioni boss, nomine al Ministero e gestione del complesso contagio da coronavirus nelle prigioni italiane. Un lungo discorso, letto con ardore e con diversi passaggi in cui si è notata l’emozione e in alcuni punti anche un certo qual timore: «in queste ultime tre settimane, fuori da qui si è sviluppato un dibattito gravemente viziato da allusioni e illazioni; per rispetto delle istituzioni, piuttosto che alimentare le polemiche ho condiviso, fin dall’inizio, l’esigenza del Parlamento di un confronto che si è già sviluppato, al Senato, con quattro interrogazioni a risposta immediata, e alla Camera, con due interrogazioni a risposta immediata, un’audizione in commissione giustizia e un’informativa urgente in aula».
Lo ha ribadito il Guardasigilli difendendosi su tutta la linea tanto sul “caso Di Matteo” – «mai avuto pressioni dai boss. Solo illazioni e allusioni. […] tutti i fatti sono chiari e lo sono sempre stati: ci furono condizionamenti? Ancora una volta: No!», quanto sulle scarcerazioni a seguito della circolare Dap. «È totalmente falsa l’immagine di un governo che avrebbe spalancato le porte delle carceri addirittura per i detenuti più pericolosi. I giudici che hanno scarcerato i detenuti in questi ultimi mesi lo hanno fatto in base a leggi in vigore da 50 anni e che nessuno aveva mai cambiato», ha concluso Bonafede prima delle dichiarazioni di voto. Atteso ora l’intervento di Renzi.
RENZI “SFIDA” CONTE: RIMPASTO O CRISI DI GOVERNO
«L’intervento di oggi in Senato è uno degli interventi più difficili della mia esperienza politica», così Matteo Renzi annuncia il suo discorso in Senato (attorno alle 11.45) dopo l’intervento del Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede: non scioglie le riserve né indica una strada contro o a favore della doppia mozione di sfiducia lanciata da Centrodestra e Bonino contro il Guardasigilli. Pd e M5s sono compatti nel no alle dimissioni di Bonafede ma l’impressione, da ambienti di Governo, è che Renzi voglia alzare ulteriormente la posta con Conte (rimpasto, ruolo di Boschi in un Ministero o altro?). «Il premier intende concedere a Italia viva il “riconoscimento politico” chiesto, non per paura di una crisi ma per poter andare avanti fino al 2023 – dicono dal governo all’Ansa – senza frizioni».
“L’esame” del Governo vedrà ora questi step: dopo la presentazione delle due mozioni, è in corso la discussione generale e poi la replica di Bonafede. Seguiranno le dichiarazioni di voto e il voto con 2 chiame dei senatori: la chiama inizierà alle 12.30 circa, con esito del voto che dovrebbe arrivare attorno alle 13.30. «Ascolteremo il ministro Bonafede in Aula, ministro con cui in queste giornate abbiamo interloquito, come abbiamo interloquito con il premier Conte, lo ascolteremo e alla luce della cose che dirà ci sarà la posizione di Italia viva. Non è una cosa normale? E’ evidente che non facciamo il tifo per far andare a casa il governo, vogliamo che resti ma vogliamo che le nostre tesi trovino casa, visto che siamo nella maggioranza», ha spiegato Ettore Rosato, vicepresidente Italia Viva raggiunto da Radio 24. Intanto Calenda (Azione) “pungola” Matteo Renzi sui social scrivendo «Caro Matteo Renzi oggi hai la possibilità di essere coerente. Vota la mozione Azione-Più Europa di sfiducia a Bonafede. Non si può andare avanti a giravolte e penultimatum mentre l’Italia affonda. L’ora delle chiacchiere è finita. Coraggio».
L’intervento di oggi in Senato è uno degli interventi più difficili della mia esperienza politica. Vi aspetto intorno alle 11.45 qui o in diretta televisiva pic.twitter.com/XM7dNW3TEb
— Matteo Renzi (@matteorenzi) May 20, 2020
ITALIA VIVA “RIMPASTO? NO, RAPPRESENTANZA”
È cominciato regolarmente alle 9.30 il dibattito in Senato sulla mozione di sfiducia al Ministro Bonafede: la maggioranza è fissata sempre a quota 161 ma al momento i sicuri votanti contro le dimissioni del Guardasigilli – Pd, M5s e LeU – arrivano solo fino a 144. I 17 voti di Renzi e Italia Viva più qualcuno del Misto si riveleranno dunque decisivi per le sorti tanto di Bonafede quanto dello stesso Governo Conte. Fondamentale e probabilmente risolutiva è stato, in qualsiasi direzione prenderà il voto di oggi, l’incontro di ieri sera tra Conte e Boschi a Palazzo Chigi: diversi “rumors” parlano di ipotesi di rimpasto chieste da renziani per avere maggiori responsabilità e rappresentanza all’interno del Governo.
«Abbiamo 17 senatori, il Pd ne ha 35, però noi non contiamo su nulla», dicevano “voci” di Italia Viva solo qualche giorno fa. Davanti all’ipotesi del rimpasto per “salvare Bonafede” la Ministra Bellanova però non ci sta, «Questo è un modo per immiserire il confronto, Italia Viva non ha chiesto postazioni di sottogoverno, ma ha posto un problema. ascolteremo il ministro della giustizia. Il ministro sa bene, che ci sono temi sensibili sul giustizialismo, noi continuiamo a pensarla in modo diverso come sulla prescrizione. Allora aspettiamo che il ministro dia segnali importanti in questa direzione. Sulla base di questo si esprimerà il nostro voto in Senato».
Interpellato da Radio Rai 1 sul voto odierno in Senato, Salvini attacca «Come va a finire non lo so, chiedetelo alla maggioranza di Governo, so che oggi il Parlamento non discuterà del ministro della Giustizia perché è antipatico. Si sono viste cose mai verificate […] quando hai rivolte nelle carceri, avvocati in sciopero, 500 fra mafiosi assassini, delinquenti e ergastolani usciti dal carcere, condizioni di lavoro della polizia penitenziaria che si stanno deteriorando evidentemente cosa manca di peggio?».
OGGI DOPPIA MOZIONE DI SFIDUCIA A BONAFEDE
«Non ci sarà nessun problema, la mozione di sfiducia contro il Ministro Alfonso Bonafede verrà respinta a larga maggioranza»: secondo il Ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà non ci saranno alcune sorprese stamane al Senato, eppure gli ultimi giorni del “caso Bonafede” hanno rappresentato una seria minaccia alla tenuta del Governo Conte. Con il voto in diretta video streaming dalle ore 9.30 a Palazzo Madama la maggioranza giallorossa si gioca una fetta importante del suo immediato futuro parlamentare, alla vigilia della di certo difficile discussione su Decreto Rilancio, Dpcm e soprattutto Mes-Recovery Fund: per tutta la giornata di ieri i “cori” dentro il Governo erano sostanzialmente due. Pd, M5s e LeU che quasi all’unisono hanno ripetuto che la sfiducia al Guardasigilli – per il vasto caso scarcerazioni boss-accuse Di Matteo sulla vicenda Dap – se votata da Italia Viva porterebbe dritti alla crisi di Governo.
«Se passa una mozione di sfiducia a Bonafede si apre una vera crisi, non c’è dubbio. Non si può pensare che con il ministro della Giustizia, capo del principale partito in Parlamento, la cosa si risolve con una pacca sulla spalla» apre Delrio (Pd), che fa seguito a Vito Crimi, leader M5s «Sono convinto che la maggioranza voterà compatta. Il ministro della Giustizia è il capodelegazione di M5S al governo ed è un ministro importante, se qualcuno nella maggioranza vota la sfiducia ovviamente è una sfiducia al governo, questo è evidente a tutti, ma sono convinto che non ci saranno sorprese». Zingaretti non teme sgambetti da Renzi ma è proprio la “seconda voce” di Italia Viva ad aver tenuto sul filo di lana l’intero Governo: «Ascolteremo Bonafede. E’ evidente che noi abbiamo posizioni diverse, il giustizialismo non fa parte della nostra cultura politica. Nel mio gruppo ci sono spinte a sostenere la mozione della Bonino. Ci stiamo confrontando e domani ascolteremo il ministro e valuteremo» ha spiegato Teresa Bellanova.
SFIDUCIA AL SENATO: NUMERI E SCENARI IN AULA
In serata si è tenuto il vertice a Palazzo Chigi tra il Premier Giuseppe Conte e la renzianissima Maria Elena Boschi, sul tavolo un ripensamento sul tema prescrizione e lo sblocco finalmente di quel “piano shock fiscale” per gli investimenti da lanciare nei prossimi mesi come fonte primaria di ricostruzione del Paese. La situazione al Senato è del resto piuttosto complessa: si dovranno votare una doppia mozione di sfiducia contro il Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. La prima, con esito quasi scontato, è quella presentata dal Centrodestra compatto (Lega-FdI-Forza Italia) che vedrà però i numeri della maggioranza di Governo, salvo sorprese, respingere in toto l’intenzione di sfiduciare il Guardasigilli. È la seconda mozione a preoccupare però Palazzo Chigi: Emma Bonino, con il supporto bipartisan di Richetti (Azione) e Schifani (Forza Italia) ne ha presentata una seconda di stampo “garantista” sempre sul tema boss mafiosi-caso Di Matteo.
Tutto resta in mano ai 17 voti dei senatori di Italia Viva: se infatti i renziani dovessero votare a favore della sfiducia al capodelegazione M5s allora per il Governo saranno guai. Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia, con i 17 senatori renziani, arriverebbero a toccare quota 157, mentre la maggioranza orfana di Iv si fermerebbe a quota 144: la maggioranza, dal punto di vista numerico, può contare di norma su 96 senatori M5s, 35 del Pd, 17 di Iv, 5 di Leu, 2 del Maie e normalmente 6 del gruppo delle Autonomie, anche se Casini non ha sciolto la riserva sulla scelta da prendere. «È solo l’ennesimo escamotage renziano per alzare l’asticella e avere i riflettori puntati», fanno sapere dalla maggioranza in serata con fonte anonima all’Agi. Se però questo rischio non si pone davvero, allora il vertice con la Boschi a P.Chigi a che “pro” sarebbe stato convocato in fretta e furia dal Presidente del Consiglio?
PERCHÈ VENGONO CHIESTE LE DIMISSIONI DI BONAFEDE
«Nonostante non sia brava nei giochi di palazzo, non sono una marziana e quindi capisco cosa bolle in pentola ma non mi interessa. Ritengo piuttosto che il punto sia che il ministro Bonafede non è all’altezza di una giustizia giusta per tutti e che la sua gestione della giustizia già malata rischi di portarci alla giustizia comatosa», ha spiegato ieri mattina a La7 Emma Bonino, firmataria della seconda mozione di sfiducia contro il Guardasigilli M5s. Ma perché si è arrivati fino a questa mozione? I motivi sono sostanzialmente due: «La mozione di sfiducia per Bonafede è stata depositata in Senato, con le firme di tutto il centrodestra, perché il ministro ha mostrato evidente incapacità e inadeguatezza in un settore così delicato, come quello delle carceri», ha spiegato Salvini nel lanciare la mozione del Centrodestra, «Non sta a me – ha aggiunto il leader della Lega – ricordare le rivolte nelle carceri, con morti e feriti, la scarcerazione, siamo arrivati a più di 400, fra mafiosi, assassini, delinquenti usciti dalle carceri nell’inattività, quantomeno, del ministero della Giustizia».
In secondo luogo, la posizione di Bonafede si è fatta ancora più in bilico dopo le dimissioni di ben uomini chiave del Ministero nell’ultimo mese oltre alle accuse molto forti fatte dal pm Nino Di Matteo fatte a Non è l’Arena di Giletti ormai tre settimane fa: il neo membro Csm ha rivelato che nel 2018 il Ministro Bonafede prima gli offrì il ruolo di nuovo responsabile Dap (gestione delle carceri, tra i ruoli più prestigiosi per la magistratura) poi però, 48 ore dopo, a seguito di presunte lamentele da parte di diversi boss mafiosi, l’offerta venne ritirata con proposta su altro incarico. Il caso ha assunto enorme rilevanza politica, in aggiunta al tema – non correlato direttamente – delle diverse scarcerazioni di boss mafiosi avvenute nelle scorse settimane. Rispondendo a question time la scorsa settimana Bonafede ha ribadito la propria innocenza su tutta la linea: «La trasparenza e la verità rappresentano sempre i migliori antidoti per dibattiti contaminati dalla menzogna e dalla malafede».