Sono state tutte e tre respinte le mozioni di sfiducia al Ministro Speranza: oltre a quella di FdI, bocciato dal Senato anche quella n.342 a prima firma Paragone (29 favorevoli, 206 contrari e 2 astenuti) e la n.343 a prima firma Crucioli con 28 favorevoli, 204 contrari e 2 astenuti. Per il titolare della Sanità però non significa tensione conclusa, visto che tanto nel Centrodestra quanto in alcune aree del Csx (Renzi su tutti) si punta ora a costituire la commissione d’inchiesta parlamentare circa la gestione della pandemia sotto il Governo Conte-Speranza: già nel pomeriggio sono state presentate due diverse proposte che mirano questo obiettivo. Il primo documento è stato firmato dai capigruppo di Centrodestra nel Governo, ovvero Massimiliano Romeo (Lega) Anna Maria Bernini (Forza Italia), Antonio De Poli (Udc) e Paolo Romani (Cambiamo!): se il “no” alla mozione di sfiducia della Meloni è stato scelto per evitare la crisi di Governo, la richiesta ora è specifica per una commissione bicamerale (20 senatori e 20 deputati nominati dai presidenti Casellati e Fico) che accerti «come e da chi sia stato elaborato il piano pandemico del 2017 e se questo fosse un mero aggiornamento formale, riprendendo essenzialmente quanto disposto dal piano del 2006».
Non solo, alla commissione sarà affidato il compito di indagare se «nell’ipotesi in cui il nostro Paese avesse aggiornato il proprio piano pandemico, seguendo le linee guida indicate negli anni scorsi dallOmse dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), si sarebbe potuto limitare il numero dei morti»; da ultimo, la medesima commissione su proposta del Centrodestra dovrebbe stabilire i motivi per cui il Governo Conte istituì lo stato di emergenza nazionale il 31 gennaio 2020, dopo che il primo report di allarme dell’OMS era datato 5 gennaio 2020. In serata è stato presentato anche il secondo documento-proposta sulla commissione d’inchiesta, a firma Italia Viva questa volta: «Con un disegno di legge formato da sette articoli il gruppo di Italia Viva in Senato ha depositato la proposta per l’istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta “sulla diffusione dell’epidemia di Covid-19 la gestione dell’emergenza pandemica, nonché sulle misure adottate per prevenire e contrastare la diffusione del virus e le conseguenze derivanti al Sistema Sanitario Nazionale».
SENATO RESPINGE MOZIONE SFIDUCIA FDI CONTRO SPERANZA
Il Senato ha bocciato la mozione di sfiducia al ministro della Salute Roberto Speranza proposta da Fratelli d’Italia: 221 no e 29 sì, l’esponente di Liberi e Uguali resta alla guida del ministero della Sanità. Adesso l’Aula proseguirà con la chiama e con il voto delle altre due mozioni di sfiudcia, presentate da Gianluigi Paragone e da Mattia Crucioli, rispettivamente del gruppo Misto e di L’alternativa c’è.
Attenzione però alle mosse di Matteo Salvini. Subito dopo il voto al Senato, il segretario federale della Lega ha commentato brevemente ai microfoni dei cronisti: «Io mi fido di Draghi, quindi do la fiducia a Draghi». L’ex ministro dell’Interno ha poi rincarato la dose: «Io conto che Arcuri possa essere presto un collega di Speranza, e viceversa. Preferirei Sileri come ministro, tutta la vita: mi sentirei molto più garantito». (Aggiornamento di MB)
MOZIONE SFIDUCIA SPERANZA, SCONTRO AL SENATO
Infiamma lo scontro in Aula al Senato sulle mozioni di sfiducia a Speranza: mentre si avvicinava la votazione finale, è bagarre esplosa tra il Movimento 5 Stelle e la Presidenza, con alcuni senatori che non starebbero usando le mascherine e con la Presidente Casellati che viene accusata di non averli richiamati. Lo scontro è stato talmente acceso che la decisione è stata quella di sospendere la seduta fino alle ore 14 per ripristinare l’ordine prima del voto sulla sfiducia o meno al Ministro della Salute. Sono in tutto tre le mozioni presentate: del capogruppo di Fratelli d’Italia, Luca Ciriani, la seconda del senatore Gianluigi Paragone, leader di Italexit e la terza del senatore Mattia Crucioli di Alternativa C’è.
«Abbiamo fatto una scelta di governo perchè le cose si cambiano da dentro: se sei fuori, ti agiti ma non cambi niente», così il leader della Lega Matteo Salvini intervento al Festival del Lavoro e precedendolo con una breve intervista all’Agenzia Vista, «abbiamo deciso di muoverci da dentro il Governo per cambiare le cose. L’opposizione può urlare e presentare mozioni, noi preferiamo invece l’impegno costante per cambiare le cose da qui». È in sostanza una risposta a distanza a Giorgia Meloni e Fdi, confermando così il voto a favore del Ministro Speranza e contro la sua sfiducia: questo però non toglie evitare la discussione sulle presunte mancanze della gestione Speranza e così in una nota congiunta Forza Italia e Lega affermano «Il centrodestra di governo ha fiducia in Mario Draghi: non cederà alle provocazioni di chi sogna un esecutivo tutto tasse e sbarchi a trazione Pd-5Stelle. Con senso di responsabilità, determinato a proporre soluzioni concrete e percorribili come dimostrano le riaperture e l’accordo raggiunto nella maggioranza sulla revisione del coprifuoco, il centrodestra di governo ritiene improduttivo il ricorso a mozioni di sfiducia individuali (che non hanno alcuna possibilità di successo) e propone fin da oggi una commissione di inchiesta sulla gestione della pandemia da parte del ministero della Salute».
IL DISCORSO DEL MINISTRO SPERANZA
Il voto sulla mozione di sfiducia al Ministro Speranza si terrà poco prima delle ore 13, ma intanto a tenere banco è l’intervento “in difesa” fatto al Senato dal titolare della Sanità, nonché leader di Articolo 1-Mdp: «Le mozioni indicano che il piano pandemico non è stato aggiornato: fanno riferimento a un lungo periodo in cui ci sono stati 7 governi, tutti i gruppi hanno sostenuto alcuni di questi governo, ed è troppo facile oggi far finta di non vedere. Ho fiducia nel lavoro della magistratura e credo che chiunque abbia avuto responsabilità debba essere pronto a rendere conto delle proprie azioni, Adesso il piano pandemico antifluenzale c’è , quello che non è stato fatto in anno è stato realizzato nel mio mandato».
Per il Ministro Roberto Speranza, le polemiche sulla pandemia e sul suo operato non dovrebbero avvenire perché «danneggiano il prestigio dell’Italia e rendono più difficile il lavoro. Comprendo le ragioni della battaglia politica ma la politica non è un gioco d’azzardo sulla pelle dei cittadini. In un grande Paese non si fa politica su una grande epidemia». Secondo il Ministro della Salute, nessuno dovrebbe dimenticare che «il nemico è il virus e che dovremmo essere più uniti che mai nel combatterlo, evitando di cadere nella tentazione di utilizzare la lotta alla pandemia per ragioni strumentali». Chiudendo il discorso in risposta alla mozione di sfiducia, Speranza aggiunge «È con amarezza che vedo prevalere invece lo scontro politico, spesso anche alimentando un linguaggio di odio che non può mai essere accettato. Si afferma il tentativo di sfruttare l’angoscia degli italiani per miopi interessi di parte: è sbagliato, perché produce danni enormi, non a me o al governo, ma al Paese che deve restare unito in un passaggio delicato».
LA SFIDUCIA AL MINISTRO SPERANZA
Sono giorni di tensione senza sosta per il Governo Draghi: dopo lo scontro sul coprifuoco e la presentazione del PNRR, ora la tenuta della maggioranza è messa alla prova dalla mozione di sfiducia presentata contro il Ministro della Salute Roberto Speranza da parte di Fratelli d’Italia e ItalExit (il Movimento di Gianluigi Paragone). Dopo le schermaglie viste ieri proprio sull’ordine del giorno di Giorgia Meloni – che chiedeva l’abolizione del coprifuoco nel primo provvedimento utile – in realtà il Governo ha dato prova di un flebile ma al momento importante accordo (verifica sulla misura a metà maggio), anticipando quanto dovrebbe in teoria accadere anche oggi a Palazzo Madama.
La discussione è cominciata (qui a fondo pagina la diretta video streaming dal canale YouTube del Senato) e già la posizione di Fratelli d’Italia si fa subito durissima con l’intervento del senatore Zaffiri: «Il paese paga una serie di inadempienze […] L’atto della sfiducia parla molto del piano pandemico, il nostro piano pandemico era datato 2006: questa mancanza ha creato la confusione ed inadeguatezza che ancora oggi esistono […] Il nostro paese per una serie di inefficienze rende invidioso Belzebù, abbiamo il record di morti nell’UE, siamo peggio del Brasile. Insieme a lei oggi sfiduciamo il CTS, ACENAS, AIFA, l’ISS. Sfiduciamo un intero apparato e un intero ministero».
MOZIONE SPERANZA, NUOVA PROVA PER IL GOVERNO
La sfida lanciata da Giorgia Meloni è contro il Ministro Speranza sì – accusato di inadempienze su gestione pandemia, piano pandemico, misure restrizione, coprifuoco e ordinanze su arrivi/partenze per l’estero – ma soprattuto guarda alla sfida interna sul Centrodestra: la Lega è impossibilità a votare contro il proprio Ministro, pur “mal sopportato” da Salvini che in più occasioni lo ha criticato anche di recente per le «chiusure rosse». Se infatti il Carroccio votasse la mozione di sfiducia automaticamente uscirebbe dal Governo e questo oggi non accadrà: perciò Pd-M5s-Forza Italia si dicono convinti del No alla mozione, mentre Salvini prende tempo e annuncia stamane da Palazzo Madama «Prima voglio fare una chiacchierata con il sottosegretario Sileri, di cui ho enorme stima e fiducia e quindi prima di decidere voglio sapere come ha convissuto come ha lavorato e sta lavorando con Speranza il sottosegretario Sileri, che è dei 5 stelle e non della Lega. Mi affiderò anche ai suoi ragionamenti e alle sue parole. Il parere di Sileri mi interessa».
E il rapporto con la Meloni alla vigilia di importantissime Elezioni amministrative? Secondo l’ex Ministro «con Giorgia ci vedremo presto, oggi (ieri al Senato, ndr) approviamo un piano da 200 miliardi e non lo si fa tutti i giorni. Per parlare del futuro di Milano, Napoli, Roma, Bologna e Torino avremo tempo. Avremo candidati vincenti e unitari entro il mese di maggio». Come sul coprifuoco, alla fine anche sulla sfiducia a Speranza un accordo nella maggioranza ci sarà ma da Dem e grillini arriva forte il tentativo di “spingere” la Lega fuori dalla maggioranza, così come da Fratelli d’Italia: come agirà il Carroccio oggi in Aula (e nelle prossime settimane) è ancora tutto da vedere.