Fabio Tamburini, direttore de “Il Sole 24 Ore”, è intervenuto ai microfoni di “Tg2 Post” in occasione della puntata andata in onda nella serata di ieri, martedì 26 ottobre 2021. Il tema trattato nel corso della trasmissione è stato quello delle banche, con particolare riferimento al caso Monte dei Paschi di Siena, su cui il giornalista ha espresso la sua opinione facendo ricorso ai numeri, che, soprattutto in materia di economia e finanza, non mentono mai: “Dal 2008 a oggi, in poco più di 12 anni quindi, il MPS ha bruciato risorse pubbliche e private per 26 miliardi di euro, praticamente il doppio di Alitalia – ha commentato Tamburini –. Oggi si trova a vivere una situazione drammatica, magari migliore rispetto a qualche tempo fa, ma che comunque non lascia scampo”.



La sua analisi è proseguita attraverso alcune considerazioni specifiche: “Gli investitori sono scappati tutti, è rimasto soltanto Pantalone, cioè lo Stato italiano. Invece, per quanto riguarda i correntisti, penso che non corrano più di tanto rischi, perché alla fine qualche modo per recuperare MPS si troverà. Va sottolineato che l’Italia ha due grandi banche, Intesa San Paolo e Unicredit, ed è importante che il Paese conti su di loro, ma un terzo polo bancario avrebbe molto senso e MPS incarna in sé un passaggio fondamentale per la nascita di questo polo”.

FABIO TAMBURINI: “MPS NON PUÒ PIÙ CONTARE SUI NOSTRI SOLDI”

Nel prosieguo del suo intervento in collegamento audiovisivo con lo studio di “Tg2 Post”, Fabio Tamburini ha aggiunto che, a suo parere, Monte dei Paschi di Siena “deve capire di dover camminare in autonomia e affrontare anche con una certa determinazione il problema dei costi, che devono essere rapportati ai ricavi. Non può più contare sui nostri soldi”.

Infine, una riflessione conclusiva sul ruolo del nostro Paese all’interno dei meccanismi del Vecchio Continente, anche e soprattutto in termini di reputazione: “L’Italia in Europa è il Paese che sta crescendo di più. Stiamo dando il buon esempio, ma non dobbiamo approfittare troppo di questa disponibilità infinita dell’Europa”.