Diagnosi di demenza a 37 anni per la muffa in casa: è il caso di Amie Skilton, naturopata e nutrizionista australiana la cui storia ha fatto il giro del mondo. Un problema nascosto nella sua abitazione le avrebbe cambiato la vita e, da evento comune e apparentemente banale, si sarebbe tradotto in una vicenda che impone la riflessione sullo stato dei luoghi in cui viviamo. La donna non sapeva, fino alla sconvolgente scoperta della sua malattia, di appartenere a quel 25% di persone che, in Australia, ha una vulnerabilità genetica alle tossine della muffa che potrebbe comportare seri pericoli per la salute.
Il suo racconto è approdato ai microfoni di news.com.au e ha acceso un faro sulla questione della salubrità degli ambienti di vita e lavoro quotidiani, come lei stessa ha spiegato descrivendo i sintomi manifestati dopo aver sviluppato una condizione così grave da impedirle di ricordare persino il suo nome. L’infestazione da muffa in casa sarebbe rimasta occulta per diverso tempo prima che la donna e suo marito si accorgessero della reale entità del problema: dal bagno si sarebbe diffusa negli altri ambienti dell’abitazione causando l’evoluzione di cui oggi si occupano le testate di molti Paesi.
Demenza a 37 anni a causa della muffa in casa: la scoperta shock di Amie Skilton
Il caso della naturopata australiana Amie Skilton affonda le radici nel 2016, anno in cui, secondo quanto ricostruito ai microfoni di news.com.au, si sarebbe trasferita in una casa di Manly con il marito e nella stessa abitazione sarebbe stato poi riscontrato un problema serio con la muffa. Ami Skilton, allora 37enne, avrebbe presto scoperto sulla propria pelle il prezzo e l’impatto che questa “coinquilina occulta”, per quanto comune e apparentemente banale, possa avere sulla vita di una persona.
All’epoca la donna, “perfettamente sana” come lei stessa si è descritta alla testata australiana, era andata a vivere in quella casa e non si sarebbe mai aspettata di scoprire che la sua malattia, una demenza che l’avrebbe portata a dimenticare tutto e persino il suo nome, era provocata proprio dalla muffa che si era insinuata e nascosta sotto i rivestimenti del bagno dell’abitazione. Quello che lei e il suo compagno non sapevano, ha raccontato, è che l’impermeabilizzazione della doccia era danneggiata al punto che l’umidità filtrava sotto il tappeto e, ad ogni utilizzo, si espandeva negli altri ambienti. Amie Skilton, avrebbero rivelato le analisi successive all’esordio dei suoi sintomi, sarebbe affetta da una particolare vulnerabilità alle tossine della muffa che può portare a gravi compromissioni della salute. Ma lo avrebbe scoperto soltanto dopo la terribile esperienza di cui oggi conserva il ricordo: la muffa in casa si sarebbe diffusa velocemente e lei e suo marito dormivano su un materasso che, avrebbero visto più tardi, sotto era diventato verde.
Il racconto di Amie Skilton, affetta da demenza per la muffa in casa
La condizione che all’epoca le era sconosciuta, quella che pone Amie Skilton tra la popolazione altamente vulnerabile alle tossine della muffa (stimata al 25% in Australia) – per cui è esposta alla possibilità di una grave risposta infiammatoria – avrebbe prodotto nella donna una serie di sintomi sempre più severi. Secondo il suo racconto a news.com.au, avrebbe iniziato a stare male circa 2 mesi dopo essersi trasferita in quella casa, “infestata” poi dalla muffa.
“Non ci siamo mai accorti che c’era una perdita“, ha dichiarato la donna, oggi 42enne, sottolineando come alla fine si sia scoperto che sotto i rivestimenti del bagno era ormai tutto nero dalla muffa. “Il primo sintomo che ho notato sono state delle allergie, allergie croniche, ho messo su circa 10 chili dal nulla e ho avuto una brutta stanchezza”. Nel giro di poche settimane, anche le sue funzioni cerebrali sarebbero state coinvolte con una riduzione sensibile: dalla difficoltà di concentrazione alle amnesie, fino a dimenticare completamente il proprio nome. Un neurologo le avrebbe diagnosticato l’Alzheimer, aprendo a un potenziale scenario irreversibile vista la repentina evoluzione del suo quadro clinico. “Alcuni giorni non riuscivo a capire come vestirmi”, ha aggiunto la donna. Oggi, anni dopo quella spaventosa esperienza, è tornata alla normalità e non ha riportato alcun danno permanente, ma invita tutti a prestare attenzione alla muffa in casa.