Giampiero Mughini risponde a Sergio Mattarella sul tema della Festa della Liberazione. Il presidente della Repubblica, nel suo discorso del 25 aprile 2022, ha paragonato la resistenza dell’Ucraina contro la Russia a quella dell’Italia al nazifascismo. “Nelle prime ore del 24 febbraio siamo stati tutti raggiunti dalla notizia che le Forze armate russe avevano invaso l’Ucraina, entrando nel suo territorio. Come tutti, quel giorno, ho avvertito un pesante senso di allarme, di tristezza, di indignazione. A questi sentimenti si è subito affiancato il pensiero agli ucraini svegliati dalle bombe. E, pensando a loro, mi sono venute in mente queste parole: “Questa mattina mi sono svegliato e ho trovato l’invasor”. Sappiamo tutti da dove sono tratte queste parole. Sono le prime di Bella ciao”, ha affermato ad Acerra.
La messa a confronto delle due situazioni non è stata ben vista da Giampiero Mughini, il quale ne ha parlato nel corso di un dibattito a Stasera Italia. “Non c’è nessun paragone simbolico possibile tra quello che è accaduto tra il 1943 e il 45. Noi eravamo entrati in guerra dalla parte dei tedeschi. Non siamo mai stati come l’Ucraina rispetto all’Urss. Abbiamo dato un colpo alla Francia annichilita dai carri armati tedeschi. Poi ce le hanno suonate di santa ragione e i fascisti hanno buttato giù Mussolini, così abbiamo cambiato fronte. Due anni di guerra. Altro che resistenza degli ucraini contro la Russia. È stata una guerra civile. Gli italiani si ammazzavano tra loro: che c’entra tutto questo?”, ha affermato con la consueta vena oratoria.
MUGHINI RISPONDE A MATTARELLA SUL TEMA DELLA FESTA DELLA LIBERAZIONE
Giampiero Mughini, nel rispondere alle parole di Sergio Mattarella sulle similitudini tra la resistenza dell’Ucraina contro la Russia e l’opposizione dell’Italia al nazifascismo, ha detto la sua anche sulla Festa della Liberazione in sé, che secondo lui dovrebbe avere una nuova interpretazione. “La Seconda Guerra Mondiale è stata epocale, non certo un evento di quartiere. In Normandia gli alleati hanno apprestato un milione di uomini, di soldati Rayan. A partire da quel momento i tedeschi sono indietreggiati. Poi sono andati ad Anzio, prima in Sicilia. Le azioni dei Partigiani hanno avuto una azione decisiva? No. L’attentato di via Rasella non accelera né rallenta neanche di mezz’ora la presa di Roma. È stato un atto coraggiosissimo ma suicida, che è costato la morte a 330 persone”, ha spiegato.
“La Resistenza è una testimonianza morale, ma l’Italia non è stata liberata dai Partigiani. È una sciocchezza, ci si dovrebbe persino vergognare a dirlo. Dobbiamo essere consapevoli che a 75 anni dagli avvenimenti quella topografia fattuale e morale non ha più alcun senso. Io appartengo ad una generazione per la quale il cosiddetto antifascismo militante, che rievocava i fatti della guerra civile in maniera esasperata, ha alimentato il terrorismo. È stata una tragedia: morti a centinaia. Non chiedo al Paese di dimenticare, ma – ha concluso – di trovare una memoria più matura, che non sia divisiva”.