Muhammad Ali Jr, figlio dell’omonimo pugile e dell’attrice Belinda Boyd, ha parlato del rapporto con il padre in una intervista al The Sun in vista della imminente uscita del documentario dal titolo “My Father Muhammad Ali – The Untold Story”. Il campione non sempre è stato presente nella sua vita. “Quando lasciò mia mamma per sposare la sua terza moglie avevo quattro anni. Dopo il divorzio sono andato a vivere con i nonni materni, stavo con lui soltanto durante le vacanze”.



Quelle poche visite riservate ai nove figli, però, erano speciali. “Ci portava ovunque. Andava tutto bene allora. Mio padre era fondamentalmente un orsacchiotto. Amava i suoi figli e avrebbe fatto qualsiasi cosa per noi. Non sono mai stato sculacciato da lui. Era un papà vero, anche se non era sempre lì per noi. La mancanza di quotidianità con i suoi figli era qualcosa di cui si è pentito. Una volta mi disse: ‘Non commettere lo stesso errore e non prendere la stessa decisione che ho preso io nella mia vita’. Penso si riferisse al fatto di avere avuto troppe donne. Nonostante le sue fortune, non è mai riuscito a fornirci molti soldi, io sono cresciuto grazie a quelli di mio nonno”.



Muhammad Ali Jr: “Papà ebbe troppe donne, vivevo coi nonni”. La sua vita

Anche la vita di Muhammad Ali Jr non è stata semplice, a partire dall’infanzia. “Sono stato vittima di bullismo perché gli altri bambini volevano sapere se potevo combattere come mio padre”. Col passare del tempo anche il rapporto con il padre è iniziato a peggiorare. “I colpi ripetuti alla testa gli hanno provocato il morbo di Parkinson. Quando avevo 14 anni una volta mi venne a prendere da dove vivevo a Chicago per andare a casa sua in Michigan e ci siamo fermati in un posto lungo la strada. Mi ha detto di andare a prendere qualcosa da mangiare e quando sono tornato non c’era più. Ho avuto paura e ho pianto”.



Il figlio del campione di boxe, successivamente, ha anche sofferto di tossicodipendenza. “Usavo erba e fumavo crack ed eroina”. È in quel periodo che i soldi finirono e fu costretto a vivere in un quartiere degradato. “A parte il crimine, non avevo acqua né elettricità. È stato difficile”. In quel periodo chiese aiuto al padre e alla sua nuova moglie, che tuttavia glielo negarono. Alla fine è riuscito a risollevarsi da solo. “Sono uscito da quello stato e ho cambiato la mia vita. Adesso sto lontano dalle sostanze stupefacenti”, ha concluso.