Tensioni all’interno della maggioranza per la nuova legge di Bilancio. Sul piede di guerra Forza Italia, con il deputato Giorgio Mulè, vicepresidente della Camera, che tramite i microfoni del Foglio minaccia il governo Meloni. E’ stato il primo a mettere in guardia la premier sulla vicenda del pignoramento dei conti correnti. “Non sono io che lo voglio pignorare ma è il governo che ha rischiato di mettersi in mora“, la battuta del forzista, che però si fa più serio quando si tratta di criticare il cosiddetto metodo “bozzofila“, il proliferare pericoloso delle bozze che dimostra come la testa del governo attualmente non riesci a controllare il suo corpo. “Forza Italia non vota una manovra e misure che per natura, storia non può condividere“. Mulè conferma che esisteva un’accelerazione nella procedura di pignoramento, aggiungendo che “esisteva un ulteriore aggravio sulla tassa di successione. Il governo, la premier, ha infatti disconosciuto la bozza“.
C’è ovviamente anche il giallo della ‘manina’, cioè di chi ci sia dietro la circolazione di queste bozze. “Chi non vuole bene alla premier“, taglia corto il deputato di Forza Italia. Riguardo la “bozzofila“, ricorda che questo metodo “crea inutili tensioni” e “fa smarrire la maggioranza“. C’è anche l’esempio delle bozze sulla cedolare secca, in altre c’erano più tasse sugli assorbenti, anche sulla vendita di case oggetto di Superbonus. “Non siamo al parco. Un governo non gioca a mosca cieca, e non possiamo inciampare ogni giorno in una nuova tassa“, tuona Mulè.
LE TENSIONI NELLA MAGGIORANZA E IN FORZA ITALIA
La premier Giorgia Meloni, comunque, ha assicurato di porre fine alla bozzofila. “Speriamo definitivamente, e soprattutto bene“, precisa Giorgio Mulè. Il vicepresidente della Camera nell’intervista al Foglio conferma che Lega e Forza Italia sono pronte a emendare. “Non è una fatwa, proporre un emendamento non significa abiurare la manovra“, chiarisce il deputato forzista. La casa non si tocca, aggiunge, ricordando che Silvio Berlusconi ne sottolineava la sacralità. “E’ la nostra chiesa… e un governo di centrodestra non bestemmia in chiesa. Mi sembra il minimo. Non introduce tasse, oneri“. Mulè ci tiene a ribadire che l’intenzione di Forza Italia non è quella di cancellare la manovra. “Nessuno vuole ‘scartavetrare’ la Finanziaria. Ma è nostro dovere, di FI, ottenere il massimo sulle pensioni, a partire da quelle minime“. Riguardo, invece, il caso Mediaset, non vuol sentir parlare di dossieraggio: “La parola mi ripugna“. Anche perché Silvio Berlusconi lo ha vissuto sulla sua pelle.
D’altra parte, ammette che “c’è un problema di evidente nervosismo da parte della premier dopo gli audio di Striscia che comprensibilmente l’hanno ferita“. Mulè però non ci sta ad essere additato tra chi in Forza Italia vuole colpire la premier. “Vogliamo proteggere Meloni da chi intorno a lei sta minando queste ‘nozze’ di governo e il suo equilibrio. Non siamo noi che la colpiamo“. Inoltre, ribadisce che “esiste una sola Forza Italia“, ma d’altra parte resta attento sui cosiddetti soggetti folgorati dal sogno liberare. Il riferimento è a ex M5s che “vengono riveriti, accolti nel partito“. Scene che fanno effetto a Mulè. “Mi auguro solo che siano sinceri“. Riguardo l’eventualità di una sfida con Antonio Tajani per la guida di Forza Italia, Mulè ricorda che manca la regola del congresso, quindi niente gara interna. “Aspetterò la fine del tesseramento nazionale. Io a differenza dei folgorati sono sincero“.