Faraj Ahmad Najmuddin, noto come mullah Krekar, è stato estradato dalla Norvegia e consegnato a Fiumicino nelle passate ore agli uomini del Ros dei Carabinieri i quali hanno provveduto a condurlo nel carcere di Rebibbia. L’uomo è considerato il “capo spirituale” della cellula jihadista Rawti Shax, organizzazione terroristica di matrice curdo-sunnita. Lo scorso 15 luglio, come rammenta Corriere della Sera, mullah Krekar era stato condannato in contumacia dalla Corte d’Assise di Bolzano alla pena di 12 anni di reclusione. Ritenuto il reclutatore di estremisti islamici che progettavano di mettere radici anche a Roma. Nel 2015 erano stati arrestati a Merano e Bolzano sei suoi seguaci con 17 indagati ma l’anno seguente la procura di Trento aveva revocato le misure cautelari perchè era venuto meno il requisito di attualità. La condanna ha portato all’esigenza di estradizione aprendo per mullah Krekar le porte del carcere anche se ora il Coronavirus potrebbe complicare i tempi processuali con il rischio che i termini di custodia possano scadere. L’uomo viveva in Norvegia dal 1991 come esule politico. Oltre a lui, lo corso luglio furono condannate altre cinque persone con pene fino a 9 anni.
MULLAH KREKAR ESTRADATO IN ITALIA: ORA SCONTERÀ 12 ANNI
Secondo quanto sottolineato dal Ros, il mullah Krekar è stato “leader dell’ organizzazione terroristica sunnita Ansar Al Islam (presente nella lista stilata dalle Nazioni Unite)”. Dalla Norvegia, diventato il suo rifugio ufficiale, il 64enne di origini curde-irachene aveva poi creato una propria organizzazione terroristica curdo-sunnita ramificata in Svizzera, Grecia, Finlandia e in Iraq dove lo stesso Krekar progettava di inviare foreign fighters per continuare la jihad su scala globale. Da anni era ormai finito sotto la lente di ingrandimento degli investigatori di tutto il mondo. Già 23 anni fa aveva teorizzato la nascita di uno Stato islamico sul modello poi fatto proprio dall’Isis di recente. Nel Kurdistan iracheno, secondo gli investigatori, puntava a “instaurare un califfato regolato dalla sharia e alla realizzazione di atti di intimidazione nei confronti di governi occidentali, attraverso cellule dormienti in tutta Europa”. A lui il compito di selezionare i maestri di sharia online e la realizzazione delle strategie eversive che imbastiva con chat dedicate. Dalle intercettazioni era emerso il suo intento di progettare attentati. “Combatteremo finché faremo il richiamo per le preghiere e pregheremo a Roma, questa è la promessa di Dio”, riferiva uno dei partecipi.