Attenzione a quello che comprate. Anche il sapone potrebbe essere un bene non necessario, dopo quello che è successo a Vigliano, in provincia di Biella, Piemonte. Le misure prese a causa dell’emergenza coronavirus cominciano a mostrare tutti i loro limiti e anche la pericolosità, anche e soprattutto perché è tutto da capire cosa si intende per “beni necessari” visto che nessuno ne ha fatto una lista. Dunque, se i supermercati sono aperti è chiaro che io troverò a disposizione il reparto bottiglie di vino. Altrimenti succederà come è successo, in modo davvero ridicolo, che verrà chiuso il reparto penne, matite, pennarelli e quaderni scolastici, cosa che ha mandato, giustamente, su tutte le furie molte mamme. Benché le scuole siano chiuse, le lezioni, seppur virtuali, si tengono ancora. Ma i cartolai sono chiusi e nei supermercati è vietato comprare le matite.



BENI NON NECESSARI

Quale il problema? Non è che lo scaffale delle matite sia contagioso più di quello del pane o dei formaggi. Ma, per pura burocrazia italiana, viene chiuso perché “non si tratta di beni necessari”. E’ successo così che un signore di Vigliano stava tornando a casa dopo essere stato al supermercato in bicicletta. Nel cestino aveva tre bottiglie di vino e un pacco di pasta. Una normalissima seppur piccola spesa. Fermato dai carabinieri si è visto appioppare una multa da 102, 50 euro perché non ha rispettato le misure comprese nel decreto della Presidenza del consiglio del consiglio dei ministri. L’uomo, essendosi mosso in bicicletta, ha rischiato di procurare incidenti quindi rischiando di finire in ospedale dove il personale è impegnato per il virus, ma soprattutto non ha rispettato l’ordinanza di muoversi solo per validi motivi: tre bottiglie di vino (e la pasta?) non sono un valido motivo. A questo punto potrebbero essere considerate tali anche il sapone, lo shampoo e la carta igienica.

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