Alessandra Maiorino, senatrice del Movimento Cinque Stelle, è la prima firmataria del disegno di legge 2537, che vara il modello nordico (altresì detto neo-abolizionista) in materia di prostituzione e utile a perseguire il cliente con multe e addirittura la reclusione in carcere. Sulle colonne del “Corriere della Sera”, campeggiano le parole della donna, che non ha dubbi nell’affermare che “finché ci sarà un uomo convinto di avere diritto di pagare per avere accesso al corpo di una donna, non potrà mai esserci parità di genere.



Proprio Maiorino ha preso attivamente parte all’indagine conoscitiva sul tema, condotta dalla commissione Affari Costituzionali del Senato, lavoro che l’ha indotta a sottoscrivere per prima e a farsi portavoce di questo disegno di legge teso ad arginare il fenomeno della prostituzione. L’occasione propedeutica alla sua presentazione è rappresentata da un appuntamento in programma venerdì 17 giugno 2022. Si tratta, nel dettaglio, di un convegno dal titolo: “Prostituzione, l’Italia è pronta per il modello nordico?”.



MAIORINO E IL DDL 2537: IL CONVEGNO TESO A ILLUSTRARE IL MODELLO NORDICO VERSO IL QUALE VA L’ITALIA

All’evento, oltre a Maiorino, interverranno la ministra per le Politiche Giovanili Fabiana Dadone, la presidente della Commissione d’inchiesta sul Femminicidio Valeria Valente e la ministra per le Pari Opportunità Elena Bonetti. Per comprendere le ragioni che spingono gli uomini verso questo mercato, scrive il “Corriere della Sera”, saranno letti i “commenti misogini e violenti presi da siti web come Gnoccaforum”. Tra i relatori anche il ministro consigliere dell’Ambasciata di Svezia, Niklas Wiberg, e la parlamentare tedesca Leni Breymier (Spd).



Ma cos’è esattamente il modello nordico? Il Sex Purchase Act fu formulato per la prima volta in Svezia nel 1999 all’interno di una normativa che inglobava disposizioni contro la molestia s*ssuale e lo stupro. Il suo scopo era di arrivare a una abolizione della prostituzione, in quanto espressamente qualificata come “grave violazione dell’integrità della donna”, sfruttando una strategia punitiva che “depenalizza l’offerta di servizi sessuali, colpisce la domanda (da una multa fino alla reclusione di un massimo di sei mesi) e prevede programmi di fuoriuscita dal lavoro sessuale“.