Il Fisco tira le somme e il risultato è piuttosto preoccupante: dalle casse, in base ai numeri aggiornati al 2022, risulta un ammanco di oltre 1.100 miliardi di euro dal 2000 ad oggi per multe e tasse non pagate da parte dei cittadini. Gli evasori ammonterebbero a circa 23 milioni. Ma il dato ancora più sconcertante è che solo il 10% dei crediti non riscossi potranno rientrare nelle casse dell’erario. Ma da dove arrivano tutti questi debiti?



Come sottolinea il Sole 24 ore si tratterebbe soprattutto di nullatenenti, soggetti falliti, deceduti, ditte cessate, contribuenti già sottoposti ad azione cautelare ed esecutiva. Quanto poi alla tipologia di debiti si tratterebbe per metà degli evasori di cartelle fino a 1000 euro. Invece il 70% del ‘carico contabile’ affidato all’Agenzia delle Entrate-Riscossione conta debiti di entità molto superiore, intorno anche ai 500 mila euro. La Corte dei Conti ha poi spiegato come solitamente, sul volume totale dei debiti, si riesca a far rientrare nelle casse solo il 13,5 %.



FISCO: COME SMALTIRE I DEBITI?

Alla luce dei dati emersi si pone il problema dello smaltimento di un numero così ampio di cartelle evase. Come farà il Fisco ad appropriarsi di tutti questi crediti? La delega fiscale (legge delega 111/2023) afferma che occorre fare affidamento ai “principi di efficacia, economicità e imparzialità, puntando ad obiettivi di risultato”. Ma come si possono tradurre queste ‘linee guida’? Le attività di recupero andrebbero orientate sulla base dell’entità del credito da riscuotere e alle caratteristiche del debitore. Anche perchè la quantità recuperabile, come ha stimato lo stesso Fisco, sarà pari solo al 10%.



La strategia che l’erario vuole mettere in atto punta innanzitutto ad una pianificazione annuale, da concordare col Ministero dell’Economia, per definire le procedure di recupero che l’agente della riscossione deve svolgere sulla base dei parametri suindicati, tenendo conto quindi della tipologia di debitore e di debito. Dopodichè si passa al cosiddetto ‘discarico automatico’, attraverso l’ente creditore farà riferimento agli eventuali “nuovi e significativi elementi reddituali o patrimoniali” in capo a ciascun debitore, per capire se ci sono margini di recupero a cui aggrapparsi. Nelle intenzioni c’è poi anche un tentativo di accelerazione della riscossione, riducendo i tempi di notifica della cartella e quelli dell’avvio delle azioni esecutive e cautelari.