Come prevedibile, agita il mare della politica la norma inserita in Manovra che prevedrebbe il pignoramento del conto corrente a fronte di tasse o multe non pagate a livello locale: diversi esponenti di Governo si sono affrettati a spiegare come e perché la norma non sia quella avanzata da diversi quotidiani ieri. «È una fake news organizzata perchè il tema dei pignoramenti non c’entra nulla con la norma che non tocca il codice di procedura civile che è in atto a tutt’oggi», spiega la vice ministra dell’Economia Laura Castelli che conferma come non vi siano le multe in quella norma ma solo le tasse locali. Per l’altro viceministro, Misiani, la notizia è semplicemente una «bufala» e sulla stessa scia si muove il Premier Conte parlando di “fake news”, «I cittadini non si devono preoccupare, non mi risulta nulla di tutto questo». L’articolo 96 della Legge di Bilancio intanto prosegue e bisognerà capire se effettivamente metteranno in mano a sindaci e amministratori locali la possibilità di pignoramento più veloci nel caso di morosità bloccando la cifra sul conto corrente senza attendere i tempi di iscrizione a ruolo del debito, ossia la cartella esattoriale. Nel frattempo Salvini tuona contro il Governo, «Se entrano nel tuo conto corrente per pignorare, secondo me siamo all’ Unione sovietica fiscale, lo stato di polizia fiscale».
TASSE NON PAGATE? CONTO CORRENTE PIGNORATO
I detrattori la chiamano già la Manovra “tasse&manette” ed è ovviamente un’esagerazione, ma preoccupa comunque l’ultima norma inserita nella Legge di Bilancio (in attesa che venga confermata dopo la valanga di emendamenti presentati da Governo e opposizione, ndr) riguardo le tasse “locali” – Imu, Tari, Tasi – e le multe non pagate. La nuova grana che sta per esplodere in seno alla maggioranza, già divisa sulla lotta al contante, le “microtasse” e la Quota 100, riguarda il fatto che è stato previsto per Comuni ed Enti Locali la possibilità di pignoramento del conto corrente del singolo contribuente già dopo la mancata risposta al primo avviso di accertamento e conseguente intimazione di pagamento della singola tassa/multa. In sostanza, con la Manovra 2020 il Governo Pd-M5s-LeU-Iv estende l’applicazione dell’accertamento esecutivo anche ai tributi locali, comprese le multe: lo svela oggi l’ottima Claudia Marin per il Quotidiano.net, approfondendo quanto siamo certi nei prossimi giorni occuperà parte delle “liti” interne alla maggioranza tra Renzi, Zingaretti, Conte e Di Maio. Nella Manovra 2020 il Governo dà via libera alla semplificazione della procedura di pagamento delle tasse locali – con la nuova Imu, l’abolizione della Tasi e la local tax – ma punta anche a far fare cassa ai Comuni e agli altri enti locali (che si erano lamentati dopo le ultime direttive pre-Manovra) con lo snellimento della procedura per il recupero delle tasse non versate.
COSA SUCCEDE AI MOROSI CON LA NUOVA MANOVRA
Il rischio “mannaia” per i morosi però diventa assai concreto con questo provvedimento: dal prossimo 1 gennaio, se tutto venisse confermato, ogni contribuente che non abbia pagato le tasse locali o le multe per la propria auto riceverà dal Comune un avviso di accertamento/adempimento e avrà fino a 60 giorni per la presentazione del ricorso o per il saldo. Dopo quella scadenza però scatta l’atto esecutivo e se la somma non viene pagata, l’ente creditore può direttamente pignorare il conto corrente senza alcuna cartella esattoriale inviata. Tempi più rapidi e stangata diretta secondo la bozza Pd-M5s, ma resta una singola cautela lasciata dalla Manovra prima che i Comuni o gli enti creditori congelino il conto del contribuente prelevando le cifre da corrispondere per tasse e multe: «Prima del pignoramento del conto, del fermo amministrativo e dell’ipoteca, verrà inviato un sollecito di pagamento, in presenza di debiti di importo non superiore a 10.000 euro», spiega il Quotidiano.net. Non solo, secondo i tecnici del Governo, se si vorrà evitare il blocco si dovrà regolarizzare in pochi giorni la posizione amministrativa con il debito pagabile anche a rate da un minimo di 4 ad un massimo di 72 rate, ovviamente in base all’importo da corrispondere all’ente creditore.