L’esperimento Muon g-2 eseguito sul muone, ha portato a risultati particolari, una reazione inattesa della particella che può cambiare le leggi della fisica e spingere verso nuove forze della natura. I muoni sono generati grazie all’interazione fra raggi cosmici e l’atmosfera terrestre, e si tratta in sostanza di particelle simili agli elettroni ma 200 volte più grandi. L’esperimento presso il Fermi National Accelerator Laboratory («FermiLab») di Batavia, vicino Chicago (Stati Uniti), ha permesso di misurare con estrema precisione, come riferisce il Corriere della Sera, “il momento magnetico anomalo del muone”, evidenziando quindi delle particolarità già emerse in un esperimento risalente a 20 anni prima, datato 2001.
Visto che le anomalie sono emerse in due differenti esperimenti a così lunga distanza, si è potuto appurare che non si è trattato affatto di una casualità, piuttosto, “dell’esistenza di forze o particelle – si legge su Corriere.it – finora sconosciute che consentano di scavalcare l’impasse che dura da decenni sui misteri più nascosti della materia e delle forze che governano il nostro Universo”. Nel laboratorio di Chicago è stata misurata la discrepanza fra il risultato sperimentale e il calcolo previsto dal ‘Modello Standard’ “della frequenza della precessione del momento magnetico del muone attorno alla direzione del campo magnetico”.
MUONE ANOMALO: LA SCOPERTA SENSAZIONALE E IL COMMENTO DEGLI ESPERTI
Una differenza che potrebbe quindi essere dovuta a particelle e interazioni fino ad ora non conosciute dal Modello Standard. «La misura di altissima precisione, 150 parti per miliardo, che abbiamo ottenuto con il nostro esperimento – le parole di Graziano Venanzoni, co-portavoce dell’esperimento Muon g-2 e ricercatore dell’Infn di Pisa – era da lungo tempo attesa da tutta la comunità internazionale della fisica delle particelle. L’Infn – ha aggiunto – può ritenersi orgoglioso di questa impresa, avendo svolto un ruolo determinate in tutto l’esperimento. Un successo in buona parte merito dei giovani ricercatori i quali, con il loro talento, idee ed entusiasmo, hanno consentito di ottenere questo primo importante risultato». Così invece ha commentato Marco Incagli della sezione Infn di Pisa, responsabile nazionale di Muon g-2: «Possiamo essere fieri del contributo che l’Infn ha saputo offrire a questa importante scoperta, sia nella fase di ideazione e costruzione dell’apparato». Secondo la rivista Nature non si tratterebbe in realtà di nulla di speciale, avendo pubblicato un calcolo teorico guidato da Zoltan Fodor dell’università della Pennsylvania, secondo cui il campo magnetico dei muoni sarebbe lo stesso previsto dal Modello Standard. Serviranno quindi altre verifiche.