Morire a 10 anni per un tumore al cervello è già di per sé impossibile da accettare, ma non potere neppure tentare la via della salvezza a causa della pandemia di Coronavirus e del lockdown (con annesso blocco degli spostamenti) è davvero troppo. Si è spenta tra mille sofferenze la piccola Eva Williams, giovanissima studentessa di Marford, nel Wrexham (Regno Unito), che si è vista negare proprio dalle restrizioni legate al Covid-19 la possibilità di tentare l’operazione, dopo avere svolto invano alcune sedute di radioterapia: i suoi genitori, infatti, erano riusciti a raccogliere, attraverso una campagna di raccolta fondi, una cifra economicamente molto importante (250mila sterline) per finanziare l’intervento, che si sarebbe dovuto svolgere negli Stati Uniti d’America. La somma è stata raggiunta nell’arco di sole tre settimane e la famiglia avrebbe dovuto affrontare il viaggio ad aprile. Poi, però, è sopraggiunto il lockdown con annesso picco epidemiologico e la piccola ha dovuto rinunciare alla sua unica chance di sopravvivere, malgrado lo stesso Boris Johnson in persona si sia interessato direttamente al suo caso.
MUORE A 10 ANNI PER UN TUMORE AL CERVELLO, IL PAPÀ DISPERATO: “PERCHÉ PROPRIO A LEI?”
Eva con coraggio leonino ha affrontato la tremenda malattia, lottando per circa un anno contro il suo glioma pontino intrinseco diffuso. Si è spenta venerdì 8 gennaio 2021, all’età di soli 10 anni. Commovente la reazione di suo papà, che ha voluto ricordare la sua bambina con poche, semplici parole: “Ti vogliamo bene Eva, più di quanto tu abbia mai saputo”. Peraltro, nei suoi ultimi giorni di esistenza terrena, la bimba ha riscontrato enormi difficoltà nel suo vivere quotidiano: non riusciva più a parlare, era divenuta disfagica (impossibilitata a mangiare e deglutire sostanze liquide), soffrendo moltissimo, “più di quanto qualsiasi bambino dovrebbe mai dovere soffrire”, ha aggiunto in lacrime il suo papà. “Eva è un’ispirazione per molti, certamente per me, e non riesco a immaginare come andremo avanti senza di lei. Come affrontiamo il mondo senza la nostra bambina con noi? Perché è successo alla più premurosa e amorevole delle bambine?”. Domande alle quali risulta oggettivamente complicato, per non dire impossibile, fornire una risposta ragionevole: tragedie simili non dovrebbero mai accadere.