Dieci anni dopo la sua morte, avvenuta nel 2012, la famiglia di un uomo trentino sarà risarcita. L’allora 37enne morì durante una pratica sadomaso nel corso di una relazione extraconiugale. A dieci anni di distanza, due assicurazioni che l’uomo aveva stipulato, Assimoco spa e Itas, sono state condannate a riconoscere ai familiari l’indennizzo. Alla moglie a ai due figli spettano complessivamente 42.000 euro, somma prevista dalle polizze stipulate dall’uomo prima di morire.



Michele De Bona e Maurizio Cibien, responsabili di Giesse Risarcimento Danni a Trento, hanno spiegato che entrambe le compagnie non volevano pagare l’indennizzo alla famiglia, così la moglie ha deciso di procede per vie legali. “Le due assicurazioni non volevano pagare, così abbiamo avviato una prima causa contro Assimoco spa e il Tribunale di Milano ci ha dato ragione” hanno spiegato i due, come riporta l’Ansa. Così, dopo che il Tribunale ha condannato la prima assicurazione, è stato chiesto alla seconda, cioè Itas spa, di pagare l’altro indennizzo.



Muore durante una pratica sadomaso: famiglia risarcita

Così come nella prima causa contro Assimoco spa,  il Tribunale di Trento ha dato ragione ai familiari dell’uomo morto. L’uomo, come spiega l’Ansa, morì a causa di un incidente durante del sesso sadomaso. La pratica, nota come “breath control”, cioè controllo del respiro, portò il 37enne alla morte. Nella sentenza infatti si legge come la morte dell’uomo “non è stato frutto di una scelta suicidaria, ma diretta conseguenza di un grave infortunio e pertanto rientrante nella copertura assicurativa”.



Il 37enne dunque non ha scelto volontariamente di morire, secondo la sentenza. Essendo sopraggiunta la morte a causa di un incidente e non della volontà dell’uomo stesso, l’incidente rientra nel raggio di azione delle assicurazioni. Prima di morire, infatti, il trentino aveva stipulato alcune assicurazioni che secondo il Tribunale di Trento devono risarcire la famiglia per un totale di 42.000 euro.