La musica di Mozart allevia il dolore nei neonati. I benefici derivanti dall’ascolto delle melodie del compositore col tempo sono stati sperimentati in molti settori: dalla produzione di latte per le mucche all’azione dei microbi nella decomposizione dei liquami. Adesso, come riportato dal Times, una nuova scoperta che prende in considerazione gli esseri umani.
I ricercatori hanno valutato i livelli di dolore provati da 100 bambini prima, durante e dopo la puntura del tallone come parte dello screening di routine per condizioni come ittero e fenilchetonuria presso il Lincoln Medical and Mental Health Center di New York tra aprile 2019 e febbraio 2020. Il grado di sofferenza è stato determinato in base alle espressioni facciali dei bambini, al pianto, ai modelli di respirazione, ai movimenti degli arti e ai livelli di vigilanza. Durante lo studio, 54 neonati su 100 avevano ascoltato uno strumentale della “Ninna nanna” di Mozart per 20 minuti prima e durante l’esame e per cinque minuti dopo. Gli altri, invece, no. La procedura è stata eseguita costantemente in una stanza tranquilla e scarsamente illuminata a temperatura ambiente, senza l’uso di ciucci o altri strumenti di conforto.
Musica di Mozart allevia dolore nei neonati: lo studio
È emerso dai risultati che i livelli di dolore erano simili in entrambi i gruppi di bambini prima della puntura del tallone, con punteggi pari a zero su un punteggio massimo possibile di sette. Il livello medio del dolore dei bambini, tuttavia, durante la puntura e immediatamente dopo, diventava significativamente più basso nei neonati che ascoltavano la “Ninna nanna” rispetto a quelli che non ascoltavano la musica. I punteggi per i primi erano di 4 durante il test e di zero un minuto e due minuti dopo, mentre per secondi nei medesimi intervenni erano di 7, 5 e mezzo e 2.
La musica di Mozart dunque sembrerebbe riuscire ad alleviare il dolore nei neonati. Lo studio è piuttosto interessante e potrebbe andare avanti per comprendere fino in fondo cosa dona dei benefici ai bambini attraverso l’ascolto. Secondo gli scienziati, la ricerca futura potrebbe indagare se le registrazioni delle voci dei genitori possano avere lo stesso effetto.