Miriam Makeba è morta ieri sera a Castel Volturno (Caserta), stroncata da un attacco cardiaco. Aveva 76 anni e non aveva voluto mancare, nonostante i problemi di salute, al concerto anti-camorra per Roberto Saviano, autore di Gomorra.
La leggendaria cantante sudafricana, simbolo della lotta anti-apartheid, dopo aver cantato ha accusato un malore. La corsa alla clinica più vicina è stata purtroppo inutile.
Nata a Johannesburg il 4 marzo 1932 inizia la sua carriera negli anni Cinquanta con i “Manhattan Brothers”, poi con una propria band a cavallo tra jazz e tradizione africana: “The Skylars”. Lasciato il Sudafrica si trasferisce prima Europa e in seguito negli Stati Uniti, portando avanti il suo costante impegno contro la discriminazione razziale, che le costerà l’esilio (non potrà rientrare in patria nemmeno per il l funerale della madre).
Prima donna di colore a vincere il Grammy Award per l’album “An Evening with Belafonte/Makeba”, inciso con Harry Belafonte nel 1965, venne soprannominata “Mama Africa”. Uno dei suoi più grandi successi rimane Pata Pata, ispirata alla danza di una baraccopoli.



Nel 1968 sposa il leader delle Pantere Nere, Stokely Carmichael, provocando reazioni e polemiche che porteranno anche all’annullamento di alcuni contratti discografici. 
Seguiranno il trasferimento in Guinea (dove sarà Delegata presso le Nazioni Unite), la separazione, il rientro in Europa e la pubblicazione dell’autobiografia  Makeba: My Story.
La liberazione di Nelson Mandela la convincerà poi a rientrare nel suo Paese.
Il 2005 l’aveva vista in un tour mondiale di addio alle scene che toccava tutti i paesi visitati in carriera. Ieri sera la morte proprio sul palco, in un concerto a sostegno della libertà contro le intimidazioni della camorra, nella città recentemente teatro della strage di sei africani.



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