Dopo un lungo tour estivo, tra festival, feste all’aperto e grandi raduni (indimenticabile la sua esibizione al Meeting di Rimini dello scorso agosto) davanti a migliaia di spettatori, Davide Van De Sfroos porta le canzoni del suo ultimo, splendido disco (Pica!) in concerto nei teatri. Comincia da Milano, con due appuntamenti sold out al Teatro Smeraldo. La data iniziale, quella di ieri 4 novembre, vede un gruppo di musicisti ancora un po’ con il motore tirato e un po’ in soggezione, in questa versione intima e unplugged, ma il mattatore come sempre è lui, il Davide del lago di Como.
Il lungo spettacolo (oltre due ore) lo vede infatti raccontare tra un brano e l’altro irresistibili episodi che strappano risate a scena aperta. Van De Sfroos ha una capacità che sfugge alla maggior parte dei suoi colleghi: è un autentico intrattenitore, che raccoglie il meglio della tradizione meneghina di gente come Giorgio Gaber e tanti altri, e le sue storie, sempre riferite a fatti veri, sono storie belle di gente che guarda alla realtà con stupore e passione.
Non c’è spazio per nichilismo e pessimismo, stasera. Un concerto che musicalmente lo ha visto proporre i brani più belli di “Pica!”, come la title track, dedicata ai minatori della Valtellina, o L’Alain Delon de Lenn o ancora le splendide Il Cimino e Il costruttore di motoscafi, ma soprattutto la commovente 40 pass, cantata in piedi con il solo accompagnamento di pianoforte e violino, storia di tre sbandati passati attraverso disavventure varie che trovano la loro redenzione all’ombra della madonnina di Milano.
Spazio anche per brani del passato, come Pulenta e galena fregia, Ventanas e soprattutto la sempre esilarante e irresistibile Caino e Abele, riletta in chiave salsa con tanto di parti di tromba.
Sabato prossimo Van de Sfroos sarà a Sanremo per ritirate il premio Tenco: il disco “Pica!” Ha infatti vinto il prestigioso premio come miglior disco in dialetto dell’anno.
“È la terza volta che mi premiano qui – dice – e non posso essere ipocrita. La cosa mi riempie di orgoglio, vuol dire che abbiamo lavorato benissimo tutti. Io, i musicisti e i produttori”.