«Il Natale non è la festa dei buoni sentimenti. Il Natale è la festa dell’uomo che viene salvato da Gesù Cristo».
Questa frase di mio padre, Claudio Chieffo, a un concerto del ’96 illumina le sue due canzoni scritte sul Natale, o meglio sull’attesa della nascita di Gesù, sul compimento di una speranza: In questa notte splendida (novembre ’95) e ‘O presepe (gennaio ’99).
La prima è dedicata a don Luigi Giussani, la seconda, in dialetto napoletano, è dedicata a Eduardo de Filippo e a Luigi Chieffo (mio nonno, che aveva un vero e proprio “culto” del presepe).
In questa notte splendida, che nel suo libro “La mia voce le Tue parole” (Ed. Ares) Paola Scaglione definisce “una pastorale”, arrivò come un’illuminazione e Claudio stesso, che non programmava mai le canzoni, di questa disse: «finalmente una canzone che non parla di buoni sentimenti e di edulcorazioni riduttive, ma un brano nel quale c’è tutto il cuore che trepida perché il Salvatore nasce!». Un’intuizione semplice, un bagliore improvviso di luce e chiarore che illumina la notte di un cuore in trepida attesa, notte che per quel bagliore diventa splendida.
Così come riporta Paola nel suo libro, «c’è, a commuovere innanzitutto chi della creazione di quel canto è stato tramite, il passaggio che descrive in termini fisici la consolazione portata dall’annuncio della salvezza “Asciuga le tue lacrime, non piangere perché / Gesù nostro carissimo è nato anche per te.” – un verso che Claudio stesso ha chiamato “quasi una giaculatoria” riferendosi a quella pratica popolare che con parole semplici esprimeva l’essenziale, accoglieva il manifestarsi dell’infinito, del Mistero nella propria vita, nell’istante presente («Beati i vecchi che sapevano inventare le giaculatorie: in quattro parole spaccavano il mondo e aprivano la vita…»). Richiamo alla semplicità e all’essenzialità presente anche nell’invito a correre con i pastori, i primi che l’hanno riconosciuto. E poi la grande liberazione, la canzone inizia in un momento particolare, nell’istante presente: in questa notte, e si conclude (?) con la promessa/certezza che il Figlio dell’Altissimo sarà con noi sempre. L’istante, il presente, le nostre circostanze vengono spalancate all’infinito, all’eternità, dalla presenza/permanenza di Gesù».
In ‘O Presepe, è evidente ciò che da respiro al canto di Claudio: la certezza del compimento di quella attesa, per questo il regalo più bello che si possa desiderare è Gesù. Come mi faceva notare un amico artista, Franco Vignazia, le statuine del presepe siamo proprio noi, e siccome sappiamo che nasce «Chi ‘a speranza ce dà» non possiamo più stare dentro la carta di giornale (che una volta, almeno in casa nostra è ancora così, si usava per proteggere le preziose statuine) ad aspettare, dobbiamo buttarci nel bel mezzo del presepe/vita e vivere il compimento di questa speranza, ognuno nelle proprie circostanze che vengono spalancate al Mistero dell’amore di Dio Padre che ci dona suo Figlio «chi tteneva ‘u bbastune, meraviglia se fà» perché del bastone non ha più bisogno.
Ancora una volta Claudio prende spunto da un momento semplice, concreto, in questo caso gioioso per i bambini e i genitori, come quello della costruzione del presepe per aiutarci a spalancare gli occhi di fronte alla Verità. Le statuine napoletane del nostro presepe familiare diventano un popolo che canta la Verità.
Quello che personalmente mi colpisce di più è la certezza che domina entrambi i canti, a partire dall’incipit: Mò – (adesso). In questa notte. Non tra 10 minuti, tra un anno o 100. Adesso. È il centuplo! L’inizio del compimento della nostra speranza qui ed ora. Immaginate la bellezza di poter spiegare ai propri figli il senso del presepe attraverso questi canti. Due nenie dolcissime, due fenomenali preghiere. E per noi adulti sentirle cantare in coro dai nostri bambini, non può non richiamarci ai cori degli angeli che quella notte svegliarono i pastori, e consolare oggi come allora la nostra afflizione, le nostre paure, confermandoci che Lui è nato anche per noi.
(Martino Chieffo)
In Questa Notte Splendida
parole e musica di Claudio Chieffo
Novembre 1995
A Luigi Giussani
In questa notte splendida di luce e di chiaror
il nostro cuore trepida: è nato il Salvator!
Un bimbo piccolissimo le porte ci aprirà
del cielo dell’Altissimo nella Sua Verità
Svegliatevi dal sonno, correte coi pastor:
è notte di miracoli di grazia e di stupor!
Asciuga le tue lacrime, non piangere perchè
Gesù nostro carissimo è nato anche per te.
In questa notte limpida di gloria e di splendor
il nostro cuore trepida: è nato il Salvator!
Gesù nostro carissimo le porte ci aprirà,
il Figlio dell’Altissimo con noi sempre sarà!
‘O presepe
parole e musica di Claudio Chieffo
Gennaio 1999
A Eduardo De Filippo e a Luigi Chieffo
Mò che vvene Natale i presepe se scetano:
dint’ a carta e ggiurnale nun ce vonno sta cchiù.
Mò che vvene Natale i uagliune s’ addormono:
suonnano i regale e ‘o cchiù bell’é Gesù!
‘A Madonna suspira, san Giusepp’a cunforta
“Si s’ arape ‘sta porta, ‘nce putimma fermà”.
Ride, ride ‘u Uagliune e i pasture caminano,
chi tteneva ‘u bbastune, meraviglia se fà.
San Giuseppe suspira, ‘a Madonna s’u guarda:
nascce ‘n miezz’a la paglia Chi ‘a speranza ce dà!
Mò che vvene Natale i presepe se scetano:
dint’a carta e ggiurnale nun ce vonno sta cchiù.
Mò che vvene Natale i uagliune s’addormono:
suonnano i regale e ‘o cchiù bell’é Gesù!
Adesso che sta per arrivare Natale i Presepi si risvegliano
e nella carta di giornale non vogliono starci più.
Adesso che sta per arrivare Natale i bambini vanno a letto volentieri:
vogliono sognare i regali e il regalo più bello è Gesù.
La Madonna sospira e San Giuseppe la conforta:
“Se si apre questa porta ci possiamo fermare qui”.
Ride, ride il Bambinello e i pastori camminano
e chi prima usava il bastone… adesso non ne ha più bisogno!
San Giuseppe sospira mentre la Madonna guarda il Suo Figlio,
nasce tra la paglia Chi ci porta la Speranza!