In Italia lo conoscevano in pochi anche ai tempi d’oro, e non è un caso allora che praticamente nessuno abbia ricordato la scomparsa, avvenuta lo scorso 28 dicembre all’età di 69 anni, di Delaney Bramlett. Ma anche in America, oggi, quasi nessuno si ricordava più di lui. Eppure, a fine anni Sessanta e primi Settanta, Delaney era stato il geniale promotore di una delle tante piccole rivoluzioni, quelle innovazioni che sempre portano linfa vitale alla musica rock (oggi, veramente, accade molto meno che in passato).
Proveniente dal profondo sud degli Stai Uniti, il Mississippi, era giunto nella mecca del rock, Los Angeles, a metà anni Sessanta, in tempo per conoscere e sposare immediatamente Bonnye Lynn O’Farrell, una delle Ikettes, le cantanti che accompagavano Ike e Tina Turner. Con lei, avrebbe messo insieme il duo di Delaney & Bonnie, artefici della riscoperta del southern soul, quel suono ricco di umori del sud appunto degli States: soul, gospel, R&B e naturalmente rock’n’roll. Una formula così avvincente che avrebbe conquistato i soliti inglesi, che da sempre si abbeveravano nella musica americana sin dai tempi dei Beatles: ecco allora che Eric Clapton, fra gli altri, si unisce a loro per un tour dal carattere molto hippie e zingaresco e con il nome di Delaney, Bonnie and Friends incidono anche un disco dal vivo, “On Tour,” uscito nel 1970 e che in copertina mostrava le gambe di un altro misterioso fan del gruppo, nientemeno che Bob Dylan.
George Harrison avrebbe anche lui richiesto l’aiuto di Delaney per incidere il suo primo disco solista, “All Things Must Pass” e proprio questi gli avrebbe insegnato a suonare la chitarra slide, da Harrison usata per la sua famosa My Sweet Lord. Di Delaney e Bonnie si appassiona un altro inglese, reduce da Woodstock, Joe Cocker, che cerca di proseguire quell’avventura zingaresca (con l’aiuto dello straordinario pianista americano Leon Russell) che passerà alla storia come il tour di Mad Dogs and Englishmen, immortalata in un film e in un disco omonimo.
Bramlett sarà anche la coscienza grigia e il produttore del primo disco solista di Eric Clatpon, uscito anch’esso nel 1970, in cui l’ex eroe del blues si immerge nel cado southern soul: i due insieme scrivono anche un pezzo, Let it Rain. Lontano ormai da decenni dalle luci della ribalta, aveva comunque scritto altri brani incisi da decine di nomi, ad esempio Luther Vandross, Ray Charles e i Carpenters, come Superstar.
Proprio quest’anno era tornato sulle scene con un disco di blues, “A New Kind of Blues”. Troppo tardi, Mr Bramlett.



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