In un angolo remoto della Fiera di Rimini accade qualcosa di straordinario: il Blues Brother “Blue Lou” Marini, che oltre alla leggendaria band ha collaborato con i più grandi musicisti rock, blues e jazz, si alza dalla sedia di relatore e improvvisa una danza a ritmo di musica, di fronte a un pubblico incredulo. Nell’aria, le note introduttive del suo nuovo lavoro discografico. Ma di che stiamo parlando?
Facciamo un passo indietro: Milano, Politecnico, fine anni Ottanta. Un gruppo di universitari, amici per la pelle, inizia un’avventura: riproporre lo show dei fratelli Blues per raccogliere fondi in beneficenza. Gli anni passano, l’amicizia cresce e la famiglia si allarga a nuovi componenti.
La BBBand ne ha passate di tutti i colori tra concerti, incontri, storie, amicizie. Insieme si decide di dare forma legale e maggior dignità all’opera iniziata, e allora si fonda l’associazione Blues for People.
Nel 2004, proprio al Meeting di Rimini, avviene l’incontro travolgente con Lou Marini. Il musicista coglie immediatamente lo spirito ironico e vivace della band, e nasce una bella amicizia. I “ragazzi”, che già sanno di aver ricevuto tanto, non smettono tuttavia di sognare in grande, e nel 2007 azzardano una proposta geniale e incredibile: chiedono a Lou di ri-armonizzare i più famosi canti popolari italiani in chiave rithm’n’blues, funky… insomma come li suonerebbero i Blues Brothers. E lui che fa? Accetta!
Torniamo al presente: “Blue Lou” Marini, Marco “Elwood” Ricotti, Carlo “Jake” Fumagalli e Ciccio “Cab” Celant raccontano al pubblico del Meeting non tanto un progetto discografico, quanto la storia di un’amicizia bella e inaspettata, che a visto il gruppo di musicisti addirittura condividere le vacanze. C’è spazio per qualche domanda alla leggenda del sax.



Qual è stata la prima reazione all’idea dell’album? Quale il metodo di lavoro? E che giudizio dai a posteriori? Lou Marini non si lascia pregare, e racconta tutta la storia: «Sono canzoni bellissime, ma all’inizio ne conoscevo soltanto una. Mi domandavo: come farò? Ma poi mi accorsi che tutti quei ritornelli, una volta ascoltati, non escono più dalla testa, hanno una forza incredibile; così mi sono innamorato del progetto e mi sono appassionato a quelle vecchie canzoni italiane. Le fischiettavo di continuo passeggiando per New York pensando a come dargli nuova veste, pur volendone rispettare la melodia originale, senza stravolgerle. È stato un lavoro affascinante, di grande creatività. Poi abbiamo inciso la sezione ritmica a Brooklyn con altri colleghi della Original Blues Brothers Band: c’era tanta allegria, anche perché non ero il solo di origine italiana… Infine sono partito per Milano, e la BBBand ha pensato a voci, cori e tutto il resto. Il mio metodo è quello di dare la massima libertà creativa a tutti gli artisti. Solo così nascono le buone idee. In questo album c’è un non so che di ironia, un certo spirito indefinibile che lo rende unico, allegro, divertente, tutto da ballare. E questo in un periodo in cui si produce tanta roba volgare e deprimente. Sono molto contento del risultato finale».
Il lavoro discografico, di cui ancora non si rivela il nome, è ormai quasi del tutto concluso, ma i pochi secondi ascoltati (e il ballo intrigante di Lou) infiammano il pubblico, che canta in coro e batte le mani a ritmo di musica. E pensare che si trattava dell’arcinota “Uva Fogarina”… Forse non si era mai visto tanto entusiasmo e partecipazione nel cantarla! Si dovrà tuttavia attendere l’autunno per l’uscita ufficiale dell’album. Nel frattempo non bisognerà perdere di vista il sito della band (www.bluesforpeople.com – attivo entro pochi giorni). Insomma una storia in cui la realtà supera di gran lunga ogni immaginazione.
Davvero questi ragazzi, per citare il loro motto, “Non mandano mai a casa nessuno scontento”.
A partire da loro stessi.



(Stefano Rizza)

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