Negli ultimi anni era costretto su una sedia a rotelle, dopo l’amputazione di una gamba in seguito a un’infezione. John Martyn, scomparso il 28 gennaio a 60 anni di età, non aveva mai condotto una esistenza “regolare”: problemi di droga e di alcolismo, risse nei pub un paio delle quali finite a colpi di pistola. Sembrerebbe il ritratto di un teppista, di un punk e non quello di uno dei più eccezionali talenti della chitarra acustica e autore di impareggiabili e sofisticate melodie che viaggiavano tra il folk tradizionale del suo paese, l’Inghilterra (Martyn era figlio di genitori scozzesi, entrambi cantanti di musica operistica) e il jazz più sperimentale.
Aveva cominciato giovanissimo, a 17 anni, nell’effervescente scena del folk revival londinese di fine anni Sessanta, scena da cui sarebbero emersi i talenti di chitarristi altrettanto bravi come Bert Jansch e John Reinbourn (che avrebbero dato vita all’imprenscindibile gruppo dei Pentangle) oppure band come i Fairport Convention, dalle cui fila sarebbe uscito un altro chitarrista eccezionale, Richard Thompson.
Il suo primo disco, “London Conversation” è del 1967, ma viene generalmente ricordato per il suo capolavoro del 1973, “Solid Air”, dedicato a un altro grande esponente di quella scena, Nick Drake, che sarebbe morto solo un anno dopo.
Martyn, come detto, è stato uno dei più interessanti chitarristi di tutti i tempi, innovatore e sperimentale; le sue canzoni a fatica celavano il mal di vivere che sempre lo aveva accompagnato.
Proprio nel settembre 2008 era stato celebrato con un cofanetto di 4 CD, “Ain’t No Saint” che raccontava la sua incredibile carriera. A misura del suo talento, vanno ricordate le sue collaborazioni con musicisti come Eric Clapton e Phil Collins.
Il giorno prima la musica rock ha perso un altro grande protagonista, Billy Powell, pianista del gruppo americano di southern rock Lynyrd Skynyrd.
Powell, 56 anni, membro fondatore del gruppo sin dal 1973, era sopravvissuto al tragico incidente aereo del 1977 in cui avevano perso la vita il cantante della formazione, Ronnie Van Zandt e uno dei chitarristi, Steve Gaines. Quando il gruppo si era rimesso insieme, a fine anni Ottanta, guidato dal fratello di Ronnie, Powell era subito tornato in formazione.
La band viene ricordata per uno dei brani più famosi della storia del rock, quella Sweet Home Alabama diventata sorta di inno dell’orgoglio mai sopito dei sudisti d’America: il gruppo si è sempre esibito con una bandiera confederata alle spalle, non per eccesso di razzismo, ma per rendere evidente il legame con le proprie origini.
I Lynyrd Skynyrd erano attesi a Milano per un concerto il prossimo mese di giugno: adesso che nelle loro fila è rimasto un solo membro fondatore, il chitarrista Gary Rossington, ci si domanda se la band proseguirà la sua avventura.