Ma che gli sta accadendo alla canzone italiana? Mai visto, negli ultimi anni, un tal affollamento di uscite, di nuovi cd, di produzioni belle o comunque interessanti. E tutto questo nonostante l’ormai impercettibile potenza del nostro mercato discografico che, per tante tristi ragioni – alto prezzo dei cd, case discografiche tutte straniere, imperversare del download internettiano…- è ridotto al lumicino.
Ebbene: il mercato è gramo, ma nonostante questo l’autunno degli alberi che perdon le foglie sta sfoderando una serie di uscite di musicisti italiani che non ha paragoni con il recente passato. Stanno uscendo (o sono già nei negozi) i nuovi lavori di Elisa, Franco Battiato, Francesco Renga, Giusy Ferreri, Mario Biondi, Mina, tanto per fare nomi di artisti che di solito lasciano il segno sia nelle heavy rotation radiofoniche, che nei piani alti delle sempre più smilze classifiche nostrane.
Però è interessante notare una cosa: che anche in Italia si sta diffondendo la tendenza ad interpretare vecchi successi del passato. Il disco di Giusy Ferreri “Fotografie”, ad esempio, raccoglie canzoni di Nick Drake e Rino Gaetano, Vinicio Capossela e Luigi Tenco.
Nel magnifico “Orchestraevoce” di Renga, le interpretazioni vanno da L’immensità a Se perdo te (un autentico gioiello), da Pugni chiusi a Dio come ti amo.
Due dischi da tener d’occhio, per la capacità di scalare le classifiche dei due vocalist italiani (la Ferreri, esplosa a X-Factor, è ormai l’esordiente di maggior successo dell’ultimo decennio) e che – appunto – sottolineano la voglia dei nostri artisti di confrontarsi con il patrimonio storico della canzone, italiano o straniero che sia.
In controtendenza, è divertente notare che proprio in questi giorni il nuovo disco di Franco Battiato – "Inneres auges" – sia composto di pezzi inediti, dopo un paio di album di cover con l’accoppiata Fleurs 2 e 3. Ma le cover sono sintomo di carenza di nuove idee? Sarà…
All’estero su questo filone non stanno a farsi troppi problemi e a mio parere non val la pena porsi il dubbio, anche se è un dato di fatto che non ci sono in circolazione molti nuovi-grandi autori di canzoni.
Insomma: la canzone italiana è in salute, dunque? Forse per arrivare a questo giudizio serve un po’ di coraggio, però il soffio vitale pare essere in circolazione, visto il numero di uscite in contemporanea.
Intanto, il Premio Tenco lo ha vinto un autore poco noto (o dimenticato?), nonostante sia in attività da quasi vent’anni, Max Manfredi.
Il suo ultimo cd, "Luna persa", ha convinto critici e discografici. Disco bello di un autore che avrebbe bisogno di maggior fortuna, vista la qualità della sua scrittura. La stessa fortuna che si augurano di avere i suoi colleghi che pare si siano impegnati ad offrire all’italico pubblico un autunno ricco di emozioni e – si spera – di belle canzoni.