Valerio Scanu atto secondo. Si può dire che per il giovane cantante sardo cominci veramente un nuovo momento della sua carriera. Lo lascia intuire già il titolo del nuovo cd, “Parto da qui”, così come le parole scritte dallo stesso Valerio all’interno album: “Punto di inizio, per un nuovo obiettivo, per una nuova sfida”.



Quando avevamo parlato con Valerio l’ultima volta, nel marzo di quest’anno, quando il suo precedente lavoro discografico era da poco uscito, ci aveva confessato di sentirsi ancora e soltanto un interprete. Il momento di cominciare a comporre da sé non era ancora arrivato: “No, non ho ancora provato a mettermi a scrivere un pezzo, per adesso mi sento di fare l’interprete. Non sono ancora all’altezza di fare una canzone da solo, magari fra qualche tempo ci proverò”. Questo momento, anche se limitato al solo testo, è invece arrivato, adesso.



Su “Parto da qui” Valerio Scanu ha scritto il testo della canzone che dà il titolo all’album stesso. E’ un buon inizio, chissà che per il prossimo cd arrivi anche una musica, e il passo da interprete a cantautore sarebbe compiuto. Tra una intervista, una presentazione alla Mondadori, un passaggio radiofonico, Valerio Scanu trova il tempo per scambiare qualche chiacchiera con noi. Lo stress della promozione discografica si fa sentire, ma il ragazzo comunque assapora il gusto di un passo importante nella sua carriera. Parte da qui, e anche noi partiamo da qui…

“Parto da qui”: per andare dove, Valerio? Nel disco hai scritto che questa è “una nuova sfida”…



La nuova sfida è continuare a restare, affermarsi, rimanere in campo. So bene che dopo questo disco ci saranno altre sfide da affrontare, ma intanto cominciamo a superare questa, di sfida. E’ una sfida particolarmente importante: questo è il mio primo vero disco in un certo senso. Il primo che nasce lontano dai riflettori, prima quelli di Amici, poi quelli di Sanremo. Adesso ci sono solo io, per davvero.

Quanta lunga è stata la genesi, il lavoro complessivo per arrivare al prodotto finale?

Subito dopo Sanremo ci siamo messi subito a cercare nuove canzoni, ci sono voluti molti mesi per scremare i tanti brani che ci erano arrivati. E poi abbiamo naturalmente dovuto continuare a collaborare con gli autori con cui ci eravamo trovati bene in precedenza, e anche trovarne di nuovi. Raggiunte le dodici canzoni, ci siamo fermati.

E la produzione finale quanto tempo ha impiegato?

Un paio di giorni a settembre, ma perché avevamo già messo giù praticamente tutto in studio tra maggio e luglio, tra un concerto e l’altro. Soddisfatto? Molto. Questo disco l’ho seguito e curato sin dal principio. E “mio”…

 

E finalmente hai anche scritto un testo tutto da solo…

Sì, è stata una cosa cominciata un po’ così, per gioco direi… C’era bisogno di un testo e io senza dire niente a nessuno, neanche alla casa discografica, mi sono messo a scriverlo, poi l’ho inviato insieme a quello di altri autori, lo avevo infilato

Ci sono anche due pezzi cantanti in inglese nel disco…

E’ stata una scelta voluta per dare spessore al disco, poi i miei fan erano da tempo che mi chiedevano di incidere qualche canzone in inglese. Dicevano che dovevo cantare dei brani in inglese e ho voluto accontentarli.

Cosa che però già facevi dal vivo, nel dvd allegato al cd ci sono due cover, una dei Bon Jovi e una di Bryan Adams.

Sì, però è diverso cantare una canzone scritta appositamente per te in inglese. Always dei Bon Jovi è poi un mio cavallo di battaglia dal vivo, l’ho eseguita quasi in ogni serata del tour.

E di tutte le canzoni incise per questo cd quale credi sia quella che ti rappresenta maggiormente?

Direi Mio, Anzi, senz’altro, è quella.

 

 

In giro si dice parteciperai a Sanremo 2011.

Assolutamente no, è una scelta che non ho neanche preso in considerazione. Non è che Sanremo sia un capitolo chiuso, però adesso ho altre cose da fare.

Alessandra Amoroso ha recentemente espresso una grandissima stima nei tuoi confronti.

E’ una stima assolutamente ricambiata. Con Alessandra, quello che c’è stato e quello che c’è ancora, rimane, intatto.

E’ stato un anno magico per voi protagonisti dei talent show: la tua vittoria a Sanremo, quella di Marco Mengoni agli Mtv Music Awards… Che ne dici?

Dico che forse tutto questo farà ricredere qualcuno che ha sempre detto che i talent sono robe “scrause”, che non contano e valgono niente.

 

Giudizio positivo sui talent dunque?

Ma sì, certo. Non credo davvero che i talent taglino le gambe ai giovani che non riescono ad andare in televisione. Ci sono tanti modi per emergere comunque.

Ti sei esibito con Claudio Baglioni, invitato personalmente da lui al suo festival di Lampedusa. Che esperienza è stata?

Cantare con Baglioni è stato sicuramente un onore, lui è una persona che sul palco ti mette a tuo agio, e fuori dal palco è veramente umile. Ci conoscevamo di sfuggita, avevamo fatto una specie di duetto durante una puntata di Amici, ma senza rimanere in contatto, adesso invece siamo in contatto. E’ un bellissimo festival dove lui fa il padrone di casa, ci sono tanti artisti, è un festival dal concetto fresco, il livello di messaggio che si vuole lanciare è poi molto positivo.

Stai seguendo il nuovo Amici? Che ne dici della nuova formula?

Purtroppo lo seguo poco perché non ho tempo. Penso sia positivo, penso che ogni cosa debba cambiare, evolversi, anche Amici.

E il ritorno di Luca Jurman? Una gran bella cosa.

Lui è un grande insegnante, manderà un messaggio più che positivo.