Massimo Bernardini, conduttore di “Tv Talk” (Rai), inizia il suo Diario dal Teatro Ariston dove sta seguendo per ilsussidiario.net la 60° edizione del Festival di Sanremo.
In questa prima puntata il caso Morgan e i tentennamenti della Rai, divisa tra censura e riabilitazione del cantante protagonista dello scandalo seguito alle sue dichiarazioni sulla droga.

I lettori de ilsussidiario.net potranno seguire la prima puntata del Festival commentandola in live blogging discutendone in tempo reale con Massimo Bernardini.



Povero Morgan, povero Morgan. È un ragazzo che soffre, che ha sofferto (il drammatico suicidio del padre) e che ha bisogno di aiuto. Sanremo gli deve dare una mano. Questa è la linea del festival e, forse, della Rai.

L’uomo, l’adulto che è arrivato a dire una clamorosa castroneria come “uso regolarmente crack come antidepressivo”, complice magari un altrettanto euforico giornalista, viene equiparato al bambino irrequieto dell’oratorio che anche se dice parolacce e picchia i compagni non deve essere comunque escluso dai giochi.



La Rai prima fa la sua scelta: lo mette in quarantena da Sanremo e dalla Tv. Però poi lo espone da Vespa (record d’ascolto) – dove dopo un breve autodafé diventa un bambolotto da lanciarsi fra i contendenti – e poi dà la stura, non è chiaro per volonta di chi, al presente tira e molla. La Clerici dice che forse sarà al Festival, Masi giura che è falso, Mazza lo segue e conferma, Mazzi dice – a chi scrive – che non è da cristiani perseguitarlo. Ma alla fine è sicuro, parole della Clerici, che si dovrà “dedicare qualcosa a Morgan”.

E perché, se è lecito? Non avete fatto la scelta della quarantena? Non state discutendo se farlo partecipare o no al prossimo X Factor? L’aria è quella di una sorta di risarcimento ma non si sa proprio di che, vista la gravità delle sue parole.



Sapete noi cosa avremmo fatto? L’avremmo lo stesso portato a Sanremo, gli avremmo messo in testa un cappello da asino e con a fianco don Mazzi l’avremmo obbligato a scrivere sulla lavagna cento volte:«Ho detto una cazzata, non lo faccio più» . Poi avrebbe potuto cantare, dirigere l’orchestra e di nascosto persino dedicarsi al suo brutto vizio: affari suoi. Così, invece, in nome di una malintesa misericordia, gli si regala, pare, un’ulteriore eco mediatica davanti a milioni di telespettatori. Non si capisce a quale titolo.

In fondo è solo un piccolo caso, un piccolo episodio, del solito stile all’italiana. Anche Morgan è un figlio di mamma: lo sapevamo già.