Parafrasando il titolo dell’ultimo film di Federico Moccia, viene da dire “Scusa ma ne dobbiamo parlare”. Parlare di che cosa? Ma delle musiche delle ultime due pellicole mocciane, di cui la più recente è stata ironicamente battezzata dai critici cinematografici CineBacio, vista l’uscita nel giorno degli innamorati, San Valentino: Scusa ma ti voglio sposare & Amore 14.



Tralasciando le qualità (?) filmiche di entrambi i film mi premeva parlare delle musiche originali in una recensione che accomunasse insieme le due storie teen del regista, sceneggiatore e scrittore Federico Moccia. Ma perché direte voi lettori? Perché le due colonne sonore, soprattutto quella del film con Raul Bova protagonista, sono moccianiamente mucciniane, nel senso di Gabriele Muccino e delle musiche dei suoi film scritte dal fidato amico Paolo Buonvino.



Difatti lo score originale, quello di cui desidero farne un commento attento, scritto dagli Zero Assoluto (già presenti in Scusa ma ti chiamo amore con tre canzoni e una scena di un loro tour) ed Emanuele Bossi profuma di atmosfere sonore buonviniane, ciò dovuto al fatto che Bossi è  assistente musicale assiduo del compositore siciliano nelle sue soundtracks, e ha fatto sua l’impronta musicale di Buonvino. La partitura di Scusa ma ti voglio sposare è davvero bella e a tratti nostalgica, imbevuta di una speranza dolceamara che contraddistingue quel momento difficile in cui dire sì al matrimonio e a un cambio drastico della propria vita, il momento della scelta felice ma non facile!



Anche se Moccia descrive gli amori di adolescenti e adulti in maniera fin troppo semplicistica, la musica dei suoi film (con una grande presenza di hit songs pop e rock italiane e straniere che strizzano non poco l’occhio al mondo giovanile per attirarlo il più possibile all’acquisto dei cd delle sue colonne sonore!) è ricca di pagine interessanti e che ai puristi della musica per immagini potrebbero passare inosservate, dato che si tratta per l’appunto delle colonne sonore delle pellicole dell’universo mocciano.

I sette brani di commento del seguito di Scusa ma ti chiamo amore sono leggeri e in alcuni casi ironici movimenti sinfonici di enorme intensità sentimentale che l’orchestra Accademia 2008 de L’Aquila, con il supporto di ottimi solisti, rendono alla perfezione. Provate ad ascoltare i pezzi “Quella non sono io”, “Isola blu” (che sembra uscito dalla colonna de La matassa di Buonvino), “La lettera di Niki” per comprendere appieno la classe di questa colonna sonora. Però ascoltandola viene da porsi una domanda: “Quanto degli Zero Assoluto vi è nelle musiche originali del film e quanto di Emanuele Bossi, data la motivazione di cui sopra?”

Gli Zero Assoluto partecipano con tre canzoni del loro ultimo album (due anche in versione acustica), tra le quali spicca “Per dimenticare” successone dell’Estate scorsa che parla proprio di matrimonio (per questo motivo scelta scontata di Moccia per il suo film, che viene motivata in una simpatica chiacchierata informale di mezz’ora presente nel DVD bonus extra della soundtrack tra il regista e i due cantanti romani, Matteo Maffucci e Thomas De Gasperi), ma non traspare chiaramente cosa del loro stile musicale sia presente nella partitura, visto che dalle orchestrazioni di Bossi, e della sua importante collaborazione succitata, le influenze cinemusicali sono ben riconoscibili.

In realtà poco importa a dire il vero, perché la colonna sonora di Scusa ma ti voglio sposare supera il film stesso per cui è stata concepita, vivendo benissimo di vita propria, così si può fare a meno di vedere la pellicola di Moccia, ascoltandola on the road o a casa comodamente seduti sul divano, logicamente in compagnia della propria amata/o.

Passando ad Amore 14 il discorso cambia direzione, non distaccandosi poi così tanto dalla colonna sonora del CineBacio con Bova e la Quattrociocche, si fa più giovanilistico e sentimentalmente mieloso, con una spruzzata (anche qui!) di canzoni acchiappateen (vedi Valerio Scanu, l’ultimo vincitore del Festival di Sanremo, Dolcenera, Depeche Mode, Ladytron, ecc.), con la presenza di dieci brani di commento piacevoli. 

Il compositore Fabrizio Bondi, coadiuvato dall’Orchestra Associazione Italiana Musicisti Srl, e diversi solisti d’eccezione che collaborano solitamente con Ennio Morricone (Gilda Buttà al pianoforte e Simone Salsa al clarinetto e sax tenore), realizza una score dove le due canzoni interpretate da Ilaria D’Amore (quale miglior cognome per un film del genere!), dalla voce molto simile ad Elisa, sono il vero perno della composizione e dell’intera colonna musicale.

Le canzoni “Mi basterebbe un bacio” e “Lost” sono emozionali e notevolmente dolci: la prima una cantilenante elegia, quasi una ninna nanna tardoromantica, la seconda una ballata romantica che possiede molti punti di contatto con le melodie della succitata cantante Elisa, in ogni caso due canzoni da ascoltare e riascoltare, soprattutto quando si è colpiti dal fulmine abbagliante dell’amore.

I restanti brani strumentali ruotano intorno alle due cellule tematiche sviluppate nelle due canzoni con risultati gonfi di sentimentalismo profuso in quantità industriali, ma non per questo deprecabile, anzi in alcuni casi di qualità. Bondi ha messo dell’impegno profondo per dare spessore a un film che così tanto spessore non ha, e questo lo ha portato alla creazione di brani come “Rusty James”, “Amore 14” o “Tema d’amore di Carolina”, e non è poco!

Compaiono poi due pezzi buonviniani (“Commedia al telefono” e “Marinelly Comedy”), come a farci intuire che Moccia vorrebbe l’autore catanese per i suoi film, ma per non essere troppo mucciniano ha scelto altre vie comunicative per le sue colonne sonore che non richiamassero troppo quelle già ampiamente battute dal collega e il suo fido collaboratore per le loro storie più impegnate e generazionali-adulte.