È cominciata sabato 13 marzo la manifestazione LiveMi, fortemente voluta da Red Ronnie con la collaborazione del Comune di Milano. Il sindaco Letizia Moratti (“Milano è città leader della musica” ha detto “c’è la Scala per la classica e San Siro per il rock. A questi si aggiungerà LiveMi, che diventerà punto di riferimento per i giovani musicisti e cantanti che magari un giorno riempiranno San Siro”) è stata sin da subito uno dei più convinti sostenitori, insieme a Giovanni Terzi, assessore alle attività produttive, Alan Rizzi, assessore allo sport e tempo libero e al presidente di ATM, Elio Catania.
Scopo della manifestazione è incoraggiare e promuovere i giovani musicisti emergenti, autori di brani propri, sempre più in difficoltà a farsi notare e a proporre le loro canzoni. Oltre a dar loro un palco dove esibirsi, all’interno della metropolitana milanese, a questi giovani artisti viene permesso, del tutto gratuitamente, di mettere in vendita le loro canzoni su iTunes e altre piattaforme musicali, usufruire di videoclip appositamente girati e quindi potersi autopromuovere a costo zero. A questo link è possibile scaricare i brani e vedere le performance.
È già possibile fare un primo bilancio?
Siamo partiti bene, oltre ai numerosi gruppi emergenti che si sono esibiti dal vivo abbiamo avuto la visita di artisti ben noti come Ivan Cattaneo e Alberto Camerini.
Sul sito ufficiale di LiveMi sono già disponibili le prime due compilation iTunes di chi si è esibito, come sarà dopo ogni esibizione del sabato. Ma l’obiettivo complessivo è ben di più di una semplice rassegna live.
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E cioè?
Il nostro è un vero e proprio progetto mediatico: le esibizioni vengono riprese via video e regalate ai ragazzi che si sono esibiti. Questi video possono quindi essere usati da loro come materiale promozionale per presentarsi ai gestori dei locali e ottenere la possibilità di suonarvi. Offriamo loro la possibilità di andare su diverse piattaforme digitali su Internet a condizioni straordinarie.
I proventi delle vendite, detratti dai diritti di iTunes, Siae e Believe Digital (il distributore digitale partner di LiveMi) vanno interamente agli artisti. Ma soprattutto l’artista viene pubblicizzato a vari livelli: se sei un gruppo musicale che si mette in vendita su iTunes, saranno giusto i tuoi amici quelli che verranno a cercarti per comprare i tuoi brani. In questo modo invece, grazie a LiveMi, si ottiene una bella risonanza pubblicitaria. Poi mettiamo su Youtube i video di ogni performance e stiamo anche pensando a dei concerti da tenersi in varie piazze, compresa Piazza Duomo.
In Italia oggi gli spazi per un artista esordiente che proponga materiale originale sono sempre più ridotti. LiveMi sembra una bella provocazione per chi gestisce i locali e gli spazi della musica…
Noi non vogliamo provocare nessuno, noi vogliamo offrire una alternativa. Il modo in cui sono gestiti i club e i locali è un sintomo della situazione, non la causa. La causa sono le radio che mandano le playlist decise a tavolino o la televisione che crea prodotti a scadenza. Ormai la musica in Italia è un gigantesco karaoke. In televisione e nei locali passa solo la musica già famosa, perché la musica sconosciuta non fa audience. Si è tolta al pubblico la curiosità di ascoltare cose che non si conoscono. Quindi il locale è costretto a ospitare band che fanno il tributo a Vasco Rossi o ai Queen, per andare sul sicuro.
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Colpa anche dei reality a tema musicale?
Non lo dico solo io, ormai lo dicono in tanti. Se oggi a un talent show televisivo si presentasse un nuovo Vasco Rossi, un nuovo Gino Paoli o anche una nuova Madonna, sarebbero scartati alla prima selezione. Con LiveMi non abbiamo nessuna presunzione, se non quella di cercare di cambiare lo stato delle cose.
Sai qual è l’ultimo prodotto musicale originale uscito in Italia? Sono i Negramaro. I Negramaro sono usciti da un contest che organizzai io nel 2001, il Tim Tour. Arrivarono tremila richieste di gruppi, ne selezionammo 450 e dovetti impormi quasi con la forza sul parere dei discografici per far vincere i Negramaro. Adesso i Negramaro hanno riempito San Siro. Se non ci fosse stato quel contest, i Negramaro non sarebbero mai usciti dai localini della Puglia.
Quindi uno stimolo per tutti, artisti e operatori del settore musicale…
Abbiamo un dovere artistico e un dovere sociale di fare quello che stiamo facendo. I ragazzi già non riescono a concretizzare tanti loro sogni, come il lavoro o comprarsi una casa. Se togliamo loro anche la possibilità di essere creativi, se gli togliamo la fiducia, se diciamo loro “della canzone che hai scritto non me ne frega niente, cantami una cover”, alleviamo soltanto dei bravi attori che interpretano il passato.
Dopo la mostra delle tue memorabilia rock tenuta l’anno scorso in Piazza Duomo, con LiveMI continua il tuo rapporto di fiducia con il Comune di Milano. Come nasce questa collaborazione?
Tutte le mie iniziative nascono dai rapporti umani. Io non sposo aziende o partiti. Conosco Letizia Moratti da quando non era neanche ministro. La stimo molto, conosco le motivazioni per cui si muove. Al Comune di Milano ho trovato un team straordinario, ad esempio l’assessore Terzi. Tutta gente che lavora per un obiettivo comune: fare le cose fatte bene. Addirittura il capogruppo dell’opposizione, sempre critica con la maggioranza, ha appoggiato questa iniziativa. Il che vuol dire che c’è del buono nel LiveMi, se abbiamo messo d’accordo maggioranza e opposizione.
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Sei noto come uno dei più grandi appassionati e conoscitori di Jimi Hendrix, di cui quest’anno ricorre il quarantennale della morte. Come lo vuoi ricordare?
Mi sono stupito ancora a vedere che un ennesimo disco postumo (“Valleys Of Neptune”, recensito qui) di Hendrix susciti ancora tanto interesse. È un segno di quanto fosse straordinario Jimi. Vedi, il Novecento ha avuto due geni, uno della comunicazione e uno musicale. Il genio della comunicazione è stato John Lennon, quello musicale Jimi Hendrix. Lo si considera sempre solo un bravo chitarrista, ma se leggi i suoi testi ti rendi conto che veniva da un altro pianeta.
Ho un amico, uno dei massimi flautisti di musica classica, che quando ascolta un qualunque artiusta rock, anche uno come Sting di cui è amico personale, dice sempre che trova riferimenti copiati da brani di musica classica. Quando ha ascoltato Hendrix ha detto: «Ma questo compone come Mozart! Questo è un genio».
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