“Signori, il Pantheon è in chiusura. Siete pregati di avvicinarvi alle uscite. Il concerto è finito perchè il Pantheon chiude alle 18”. La fredda voce della burocrazia gela il Pantheon e le persone che stavano assistendo al concerto.  I musicisti rimangono immobili sul palco, increduli che una cosa del genere possa accadere. Il pubblico è sbigottito, ma non trattiene la rabbia: “Mamma mia, che vergogna! Bravi! Complimenti!”. Scatta l’applauso. “Com’è noto la chiusura del Pantheon è alle 18”, replica l’addetta, neanche fossimo in Svizzera.



“Suonate, suonate!” urlano le persone ai musicisti che durante tutto questo tempo non si sono mossi da lì e anzi accordano gli strumenti. La funzionaria prova a fermarli di nuovo, i maestri attaccano, ma la security interviene senza troppi fronzoli. Il video si chiude tra le urla del pubblico e gli strumenti che vengono fatti sparire in fretta e furia.



In poco tempo il video fa il giro del mondo e scatena la reazione di tutti. Ci sarà addirittura un’ispezione per accertare le eventuali responsabilità del personale di custodia del Pantheon, a prima vista assolutamente inadeguato, nell’interruzione di un concerto a pochi minuti dalla sua conclusione. Il ministro dei Beni Culturali, Sandro Bondi, si è voluto scusare con i concertisti del quintetto russo Bach Consort: «Si è trattato di un gesto e di un comportamento che hanno offeso i nostri ospiti stranieri e offerto un’immagine insopportabilmente odiosa del nostro Paese».



Il sottosegretario Giro si scusa con il sindaco di Roma, Alemanno: «Desidero esprimere le mie scuse al sindaco Alemanno e ai cittadini di Roma per questo atto di assoluta irresponsabilità compiuto da custodi che non hanno dimostrato alcuna consapevolezza del loro delicato ruolo e funzione anche culturale, del luogo in cui questo ruolo viene svolto, della città in cui essi esercitano la loro professione».

Il segretario generale del MiBAC, Roberto Cecchi, «preso atto della lettera di scuse con cui gli organizzatori del concerto tenutosi al Pantheon hanno riconosciuto la propria responsabilità per disguidi riguardo gli orari», ha disposto un’ispezione per accertare quanto accaduto e «assicurare ogni misura necessaria affinchè simili spiacevoli episodi, soprattutto in monumenti di tale importanza, non possano più ripetersi».

Il sindacato ricostruisce la vicenda, che si rivela più complicata di quanto sembra, anche se la conclusione su cui ora sono tutti d’accordo, ora che il danno è fatto, è che una soluzione diversa andava trovata, ad ogni costo.