Una notizia che irrompe su internet come un fulmine a ciel sereno, così il giorno prima del concerto sembra proprio vero: The Venison in realtà sono The Strokes e suoneranno al Dingwalls di Camden per pochi eletti, mercoledi 9 Giugno alle 21.
Tutti connessi 24 ore prima (l’unico modo per avere il biglietto) ed ecco che il sito del Dingwalls crolla. In pochi minuti i tagliandi spariscono per ricomparire dopo un’ora su ebay alla modica cifra di 700 GBP (circa 800 euro).
Fortuna che il capo della sicurezza del Dingwalls è un fan degli Ekleptica e ricordandosi dello show della mia band sul medesimo palco appena due settimane prima mi dice: “You are cool mate and now on the guest list, no problem“.
La serata si avvicina, ci attende un evento più unico che raro in un club della capienza di appena 750 persone. Stanno per suonare, dopo cinque anni di assenza dal loro ultimo album direttamente da New York City, The Strokes.
Mi presento puntuale verso le 17 entro e assisto al sound check della band: dei ragazzi neanche l’ombra, sono in albergo e arriveranno al Dingwalls solo pochi minuti prima del concerto, per loro ci sono i tecnici a provare gli strumenti. L’atmosfera fuori è pazzesca, in molti ancora non ci credono, altri cercano un biglietto, ma nessuno ha intenzione di vendere.
Si aprono le porte alle 20, un’ora d’attesa con un Dj set pre-concerto di tutto rispetto. Finalmente le luci si abbassano ed eccoli salire sul palco: Julian Casablancas, Nikolai Freature, Nick Valensi, Albert Hammond Jr e Fabrizio Moretti. Di nuovo insieme, altro che Venison!
Moretti “dà il 4“ e via con New York City Cops. Al Dingwalls esplode il putiferio generale. Primo solo travolgente di un Nick Valensi assai compiaciuto e particolarmente in forma con una giacchetta tigrata Arancio e nero, alla T come Tigro (Walt Disney).
Si continua con The Modern Age, Hard To Explain, What Ever Happened, Reptilia e You Only Live Once, l’unico brano suonato nella prima parte della serata estratto dall’ultimo lavoro dei The Strokes, “First impression Of Earth", risalente al 2006.
Poi le immancabili Someday e Last Nite con l’aria condizionata del Dingwalls che arranca e non riesce a stemperare il clima e gli animi…
Tra le altre anche Is This it, I Can Win, Vision of Division per il primo e unico solo di chitarra di Albert Hammond Jr. Incredibile ma vero, The Strokes stasera concedono anche un lungo bis…
Forse non proprio travolgenti nell’esecuzione di 12:51, l’atmosfera si addolcisce sulle note della ninna nanna malinconica Under Control.
Gran Finale con Heart In A Cage e la bellissima Take it or live it entrambe assolutamente perfette con “l’urlato grattato” di Julian Casablancas che va letteralmente a nozze con i toni supplichevoli di questi due brani. Pubblico letteralmente steso al tappeto.
Cosa dire di più, i ragazzi di NYC sono cresciuti, Nick Valensi ha perso il suo fascino eufebico in favore di una statura da musicista rock navigato, Albert Hammond Jr con un inedito capello corto, Nikolai Freture spaventosamente lo stesso del 2001. Un Fabrizio Moretti in gran forma e un Julian Casablancas mai visto così: più magro di Nick Valensi, solito capello medio lungo con un paio di ciocche bionde ossigenate, occhiali da sole per tutta la durata del concerto, voce perfettamente equalizzata con un accorto dosaggio dell’effetto cornetta del telefono, quel distorto che l’ha reso celebre.
Band perfetta, suono The Strokes inconfondibile, Julian apparentemente distaccato, ma decisamente presente e conivolgente dal punto di vista vocale.
Cos’è mancato? Di certo un piccolo assaggio dell’attesissimo nuovo album. Dopo aver apprezzato, e non poco, il primo album solista di Casablancas (2009) ci chiediamo che direzione prenderà la band che maggiormente ha influenzato il modo di suonare e vestire degli ultimi anni.
Aspettiamo perciò con ansia il nuovo The Strokes Album, ringraziando per la sorpresa. Niente male in tempi di crisi, solo 10 GBP!