Ci sono dei concerti che lasciano il segno. Sono quelle occasioni in cui, fin dal primo momento, dalla prima nota, si capisce che si sta per assistere a qualcosa di veramente speciale, forse, irripetibile.

È quanto ci è capitato al Blue Note di New York dove, nell’arco di due settimane, uno straordinario trio composto da Chick Corea (pianoforte), Eddie Gomez (basso) e Paul Motian (batteria) ha “esplorato” la musica di Bill Evans in una serie di concerti.



Il progetto è stato fortemente voluto da Chick Corea che ha anche scavato nel repertorio di Evans riportando all’attenzione alcune sue composizioni meno note e proponendo anche inediti che ha scritto nel solco dello spirito di quel grande maestro. “Non è un  tributo – come ci ha spiegato lo stesso Corea -, ma un’ulteriore esplorazione del genio musicale di Bill Evans”.



Ma non è stato certamente un caso che le “Further Explorations”, questo il titolo dato ai concerti del Blue Note, siano avvenute proprio a ridosso del ventesimo anniversario della morte, avvenuta proprio a New York il 15 settembre del 1980,  di un musicista che ha segnato la storia del jazz, pianista e compositore di squisita sensibilità e raffinatissimo.

Chick Corea ha esplorato il mondo musicale di Bill Evans riproponendo anche la formazione che gli fu più congeniale: il trio.  Con Eddie Gomez, immenso contrabbassista, e con Paul Motian, vero fuoriclasse della batteria (entrambi hanno suonato a lungo con   Evans diventando a loro volta delle leggende viventi), Corea ha voluto riaccendere l’attenzione su quella speciale interazione che prende vita in un trio e che Evans rese magnificamente in album come “Sunday At The Village Vanguard” e ancora in “Waltz For Debby”, vere pietre miliari nella storia del jazz e punto di riferimento per molte generazioni di jazzisti.



 

Bill Evans aveva un “tocco” generalmente morbido e lirico mentre Chick Corea spesso suona il piano in modo dinamico, energico e ritmico. Ma nelle “esplorazioni” ("Explorations" è anche il titolo di un album di Bill Evans) del Blue Note l’influenza che Evans ha avuto su Corea, come egli stesso ha raccontato, ha accorciato notevolmente le distanze tra questi due giganti.

Chick Corea, con il determinante apporto di Eddie Gomez e Paul Motian, è riuscito non solo a fare propria la musica di Evans, ma l’ha sublimata riuscendo a rendere partecipe il pubblico del valore assoluto di quelle composizioni e della loro straordinaria modernità.

Tra i momenti più belli dei concerti sicuramente l’esecuzione di New Waltz che, come ha sottolineato con appassionata meraviglia lo stesso Corea, “è un brano che ha più di cinquant’anni, ma sembra scritto ieri”.

Altro momento memorabile dei concerti è stato l’esecuzione di Reflections con un Eddie Gomes in assoluto stato di grazia, ispirato, che è riuscito a mettere insieme un numero incredibile di note in una varietà di timbri e funamboliche sfumature che non sembrava possibile potessero essere prodotti da uno strumento a quattro corde. E ancora Another Tango, bellissima composizione del grande Michel Legrand, uno dei compositori più amati e interpretati da Bill Evans.

Insomma, i concerti tenuti al Blue Note di New York, che naturalmente hanno fatto registrare il tutto esaurito (e come poteva essere diversamente?), hanno anche visto come special guests John Scofield, Lee konitz e Hubert Laws – sono stati registrati (audio e video) e nel prossimo futuro, da quel materiale, dovrebbe essere realizzato un documentario e anche un disco.

 

 

Chick Corea sarà prossimamente in Italia per una serie di concerti, i primi tre lo vedranno in duo, a due pianoforti con il nostro Stefano Bollani. Su questa rinnovata e felicissima collaborazione,  Chick Corea ha risposto ad alcune domande.

Com’è nato questo incontro artistico?

Stefano e io ci siamo subito trovati e siamo stati subito in sintonia. Condividiamo molto in fatto di musica, abbiamo gusti simili e il nostro linguaggio musicale ha molti punti in comune. Ecco perché non è stato difficile comunicare.

Nella sua carriera ha duettato con un incredibile numero di musicisti. Come definirebbe Stefano Bollani?

Un pianista e un improvvisatore magistrale.

Quali sono le sue caratteristiche peculiari?

La sua meravigliosa capacità lirica e il suo valore come valentissimo compositore e arrangiatore.

Riprenderete l’“esperimento” riuscitissimo di Umbria Jazz o farete qualcosa di diverso?

Con l’improvvisazione non si può mai dire, tutto è sempre imprevedibile.

Cosa ne pensa del jazz italiano? Oltre a Bollani c’è qualche musicista che l’ha colpita?

 

Gli italiani sono stati tra i primi europei a dedicarsi al jazz. E ci sono molti ottimi musicisti jazz nel vostro Paese. Recentemente, ad esempio, ho incontrato e ascoltato Enrico Pieranunzi: sono stato veramente colpito e ispirato, dalla musica del suo trio.

Qual è la sua esperienza nei festival jazz italiani?

È sempre un piacere viaggiare e suonare in Italia. Nel vostro Paese mi sento a casa al Nord come nel Sud e anche in Sicilia. Naturalmente la gente e la lingua italiane mi ricordano i miei nonni che erano originari di Catanzaro e Messina.

Per la cronaca, Chick Corea e Stefano Bollani suoneranno il 1 luglio al Teatro Romano di Verona: il 4 luglio a Roma presso l’Auditorium Parco della Musica e infine il 5 luglio al Teatro Romano di Firenzuola.

La Chick Corea Freedon Band sarà il 14 luglio all’Arena Santa Giuliana di Perugia per Umbria Jazz 2010. Dal 26 al 28 agosto Chick Corea sarà ospite dell’Ischia Jazz Festival dove si esibirà in solo, poi ancora con Bollani e quindi con Miroslav Vitous & Roy Haynes. Infine, l’8 e il 9 di settembre tornerà in duo con Stefano Bollani prima al Teatro Smeraldo di Milano e quindi al Centro Jazz di Torino. Buon ascolto!