Si è molto discusso sui tagli alla Cultura causati da una crisi che sembrava non esserci e che oggi tutto travolge. “Festival in tempo di crisi? Non sarà meglio riempire le buche per strada?”. Domande, apparentemente retoriche, che si è posto Gigi Cristoforetti il direttore artistico di un bellissimo festival, “TorinoDanza”, manifestazione che da parecchi anni si distingue per l’originalità del progetto e la qualità, sempre altissima, delle produzioni.



Al dubbio “economico” espresso si risponde con la convinzione che la Cultura – declinata nelle sue molteplici forme, in questo caso è il linguaggio universale della danza -, attraverso la bellezza e il profondo senso poetico che può esprimere, possa e deve riempire i vuoti e lenire le inquietudini che i tempi difficili di una crisi economica procurano.



Tempi di crisi, dunque, che impongono rigore e la massima ottimizzazione delle risorse che, nel caso di TorinoDanza, si traduce anche in una riflessione sulla nostra storia recente, uno sguardo al passato che ci aiuti a costruire un futuro migliore, un percorso necessario di speranza.

“Niente sfizi o scoperte, nel programma di TorinoDanza 2010”, sottolinea Cristoforetti, intorno al quale, invece, si consolidano iniziative formative e divulgative e si rafforzano le sinergie con il Teatro Stabile, il Regio, la Regione e il Comune, l’Università, il Circuito Teatrale del Piemonte, la Provincia e, soprattutto, con MITO SettembreMusica. 



Il Festival si articola in tre “focus” ovvero tre distinte sezioni tematiche che permettono una esplorazione delle diverse modalità della danza contemporanea.

 

Il primo “focus” ha per titolo “Miti” ed è strettamente connesso al festival musicale Torino-Milano (MiTo). Tutta l’attenzione è qui puntata tra la correlazione tra gesto e musica che trova i suoi vertici massimi nelle coreografie George Balanchine (1904-1983) – caposcuola e genio indiscusso che ha trasformato la danza accademica in una grafia dalle forme purissime e lineari di straordinaria eleganza -, e Jiri Kylian, una delle più importanti personalità del balletto contemporaneo che si può indicare come il degno erede proprio di Balanchine.

Il 7 settembre TorinoDanza si inaugura con due capolavori di questi due coreografi: ”Theme And Variations” di Balanchine e “Forgotten Land” di Kylian. In scena il Balletto Reale delle Fiandre. Chiude la serata una novità di Kylian: 27’52”. 

L’11 e il 12 settembre, presso le Fonderie Limone di Moncalieri, la Compagnia di Emio Greco presenta “you PARA/DISO”, in prima italiana, ultima parte del progetto coreografico di questo talento brindisino, ex contadino che in Olanda ha trovato la sua dimensione artistica, ispirato alla Divina Commedia dantesca.

In ottobre il secondo focus è sulle “Scene dagli anni Ottanta”, quando la più bella danza contemporanea, la più innovativa e densa di significato, è tutta al femminile. Ed ecco la mitica Anne Teresa De Keersmaeker con la sua Compagnia Rosas ci ripropone il suo celeberrimo “Rosas danst Rosas” (alla Cavallerizza Reale Maneggio il 1° e il 2) e ancora la grandissima Maguy Marin e il suo stravolgente “May B” che resta passaggio fondamentale nella trasformazione dell’estetica nella danza del XX secolo (il 9, Teatro Carignano).

 

Segue, il 3 e 4 ottobre, Nouvelle Vague-Génération Bagnolet, quattro creazioni di quattro coreografi francesi con i quali negli anni Ottanta inizia la rivoluzione della Nouvelle danse: Dominique Bagouet, Jean-Claude Gallotta, Daniel Larrieu e Angelin Preljocaj. 

La danza contemporanea mette al centro l’umanità e le sue contraddizioni, i conflitti e le passioni, i sogni e i dolori. Si esplora il tempo presente partendo dall’inconscio, dalle pieghe segrete dell’anima. E in tal senso non poteva perciò mancare un riferimento a Pina Bausch in questo excursus nella contemporaneità coreutica che TorinoDanza traccia.

Lo fa Alain Platel nel suo “Out Of Context-for Pina” per Les Ballets C de la B, prima italiana alle Fonderie Limone, 9 e 10 novembre. Ancora Alain Platel presenta l’attesissimo nuovo spettacolo “Gardenia” ispirato al discusso film di Sonia Herman Dolz “Yo soi asì”, il 12 e 13 novembre.
Tutto questo e molto altro ancora è buon motivo per un viaggio a Torino. E allora: buona danza a tutti!