Ha mantenuto la promessa. Terra Naomi, dopo il suo primo tour italiano lo scorso inverno (in cui si è esibita promuovendo l’attività della ong AVSI) è di nuovo nel Belpaese. Ieri sera si è esibita al Meeting di Rimini, davanti a migliaia di spettatori. La sera precedente era a Milano, nel tempio della musica indie alternative, il Circolo Magnolia. Poi altre date a Padova, Perugia.



Ma in realtà non è stato difficile farle mantenere la promessa: “Essere in Italia è stato così straordinariamente bello che non volevo proprio andarmene via!” dice ridendo forte, di una risata bella e squillante, segno della positività che la ragazza americana di origini ebree (i suoi nonni arrivarono, come tanti altri, dall’est Europa nella “terra della libertà”) esprime da ogni poro. Una gioiosità che non è segno di superficialità , tutt’altro. Un velo di malinconia fa capolino qua e là nei suoi profondi occhi neri.



Terra Naomi, la ragazza che si è imposta nel mondo della musica grazie alla moderna tecnologia (un Virtual Tour organizzato su Youtube, postando un nuovo video girato nella sua cameretta una volta alla settimana, le ha fatto ottenere milioni di contatti e vincere il premio Youtube “Best Music Video” nel 2006, per la canzone Say It’s Possible) è la bella risposta all’ultima generazione americana. Quella che ha superato il nichilismo suicida della grunge generation di Kurt Cobain, le sbandate nostalgiche dei new hippie di fine anni Novanta e ha subito invece in pieno lo strapotere della Rete.



 

Sono i giovani della Generazione Z, quelli di Internet, che vivono di rapporti virtuali e di social network. Terra Naomi al posto delle relazioni virtuali della Rete – come altri colleghi musicisti che stanno rinnovando, connettendosi alla tradizione musicale della vecchia America – sa esprimere un senso del realismo che mancava dai tempi di Bob Dylan e Joni Mitchell. Come dirà lei al termine della nostra intervista, “nella vita tutto va a cicli, quello che è stato, finisce sempre per ritornare. Tanti giovani reagiscono alla musica vuota e senza significato di gente come Lady Gaga andando a recuperare la musica ricca di contenuti e spiritualità della tradizione popolare”.

E con il suo gioioso sorriso, saluta così: “Se c’è un po’ di magia rimasta nella musica, è nostro dovere andare a recuperarla”. La incontriamo dopo il sound check nel tardo pomeriggio, nei corridoi dei suoi camerini, per uno scambio di battute e un benvenuto al Meeting di Rimini.

Bentornata in Italia. Come è andata ieri sera a Milano? È una piazza difficile, la più importante d’Italia…

È andata molto bene, pensando che il concerto è stato annunciato solo un paio di settimane fa. C’era parecchia gente, un pubblico ricettivo e molto caldo. Peccato solo per le centinaia di zanzare che mi hanno massacrato faccia e schiena…

Recentemente sei stata invitata da Sarah McLachlan (popolare cantante canadese, fondatrice del primo festival itinerante per sole donne) a prendere parte al rinato Lilith Fair Tour. Deve essere stata una bella esperienza…

Oh sì, puoi dirlo. Sarah è un’artista che vende milioni di dischi eppure così semplice, umile. Mi sono divertita molto, potevo suonare davanti a migliaia di spettatori, condividere il palco con artiste straordinarie come Emmylou Harris. Eravamo una quindicina di cantanti ogni giorno…

 
 

 

Che cosa ricordi dell’esperienza in Italia dello scorso inverno?

Un’esperienza fantastica. Pensa che ho rifatto i biglietti dell’aereo tre volte perché continuavo a rimandare la partenza, non volevo proprio andarmene. Cibo fantastico, gente splendida, accogliente, un pubblico attentissimo.

In Italia hai conosciuto Elisa e anche registrato un pezzo con lei… Come è stato possibile?

È stato incredibile. Da tempo i fan su Internet dicevano che ricordavo loro la vostra cantante Elisa. Sono andata ad ascoltarla e mi è piaciuta molto. Poi quando ero qui in Italia, queste persone straordinarie che avevano organizzato il tour mi hanno detto che l’avevano contattata tramite il suo sito ufficiale e che anche lei apprezzava la mia musica. Così sono andata a trovarla, e abbiamo deciso di incidere un duetto. Ci siamo trovate d’accordo di fare un pezzo di Joni Mitchell, ed Elisa ha proposto The River, una canzone che io adoro. E’ venuto tutto così, in modo spontaneo, davvero bello.

 

Stai scrivendo nuove canzoni?

Sì, ne ho pronte diverse e a ottobre entrerò in studio. Penso che il nuovo disco uscirà a febbraio dell’anno prossimo.

Con una casa discografica?

No, mi sono stancata di lavorare con loro, non si interessano alla musica vera, vogliono solo far soldi e non rispettano gli artisti. Questo disco è finanziato direttamente dai fan. In cambio possono avere concerti privati esclusivamente da loro, cd autografati, magliette. Credo sia un bel modo per avere un contatto diretto con i fan… Una sorta di contatto diretto come is usava ai vecchi tempi della musica folk, negli anni 60, prima dello strapotere delle multinazionali della musica. Proprio così. Il progetto si chiama Pledge Music http://www.pledgemusic.com/projects/terranaomi

Che cosa conosci del Meeting di Rimini?

Mi sembra davvero un gran bel posto. Mi hanno detto che qui viene gente da tutto il mondo, di tutte le religioni e di diverse idee politiche. Credo che ogni cosa che aiuti le persone a incontrarsi, a confrontarsi, sia meravigliosa. Poi ho visto che ci sono tante mostre… E’ un grande onore per me essere qui.

Lo sai che qui vicino da dove ci troviamo adesso c’è una mostra dedicata alla scrittrice americana Flanerry O’Connor?

Davvero? Adoro Flannery O’Connor, la leggevo ai tempi dell’università.. Magari se mi rimane un po’ di tempo vado a visitare la mostra.

 

 

 

Non sappiamo se Terra sia riuscita a visitare la mostra, ma sappiamo che è poi salita sul palco del Meeting, dove ha dimostrato, con sola voce, una chitarra acustica e talvolta al pianoforte, una classe purissima. Intanto perché non è facile esibirsi così “poveramente” davanti a diverse migliaia di spettatori, molti dei quali intenti più alla conversazione che all’ascolto, eppure riuscire a tenere il palco senza timore alcuno, catturando via via l’attenzione di gran parte dei presenti.

Poi per le doti vocali di grandissimo impatto, voce calda e nera capace di passare al falsetto più tenero, con un dispiegamento melodico che non poteva che far venire in mente “signore” della canzone come Joni Mitchell o Laura Nyro. E soprattutto nei tre brani al pianoforte ha dimostrato qualità davvero forti di autrice d i interprete. Le sue canzoni pagano pegno alla canzone d’autore così come è stata \codificata negli anni 70, il momento di maggior creatività di questo genere, eppure Terra riesce a farle suonare perfettamente calate nel contesto del Terzo millennio.

Perché, alla fine, una sola è la cosa che conta per chi sale su un palcoscenico: la voce. Ma la voce che sa essere espressione del cuore, e ci viene da pensare proprio al titolo di questo Meeting. E al Meeting, Terra Naomi ha dimostrato di avere una voce e un cuore.Tanto basta. Se poi questo mondo fosse un mondo meno banale, in cima alle classifiche invece di Lady Gaga ci sarebbe una come Terra.

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