SAGRA MUSICALE MALATESTIANA – In un territorio dov’è stato inventato il turismo popolare di massa e in una città che dal 1945 non ha più un suo teatro (fu bombardato durante il secondo conflitto mondiale e non è stato ancora ricostruito) prende vita una magnifica “anomalia” tutta italiana: la Sagra Musicale Malatestiana di Rimini, una delle più longeve e prestigiose istituzioni del panorama musicale italiano con vocazione primaria per la musica sinfonica. A volere questo Festival, che muove i primi passi nel 1950, è la locale Azienda di Soggiorno del tempo e già questo spiega l'”anomalia” di cui dicevamo.



“La Sagra Malatestiana nasce quattro anni dopo la Sagra Musicale Umbra,  sono gli anni in cui vedono la luce anche il Maggio Musicale Fiorentino, il festival di Martina Franca, manifestazioni che sono ancora oggi tra le più prestigiose d’Italia. Si pensi che dalla fine degli anni ’50 e per molti anni la Sagra viene ospitata nel Tempio Malatestiano (prima e preziosissima opera architettonica incompiuta di Leon Battista Alberti che delinea la nuova concezione spaziale dell’Umanesimo, tempio-mausoleo per il signore della città Sigismondo Malatesta,  n.d.r.).



Questo connubio Tempio-grande musica ha fatto conoscere Rimini a mezza Europa, con l’avvento della televisione, e per diversi anni, i concerti venivamo trasmessi in tv e in eurovisione. E qui c’è quel che chiamo ‘anomalia’. Neanche  noi che ci lavoriamo riusciamo a capire bene come mai a Rimini, ovvero nel cuore del turismo popolare di massa, nasce un Festival di cosiddetta musica classica, e per di più sinfonica, considerando poi che Rimini non ha grandissime tradizioni storico-culturali”.

A parlare è Gianpiero Piscaglia che si occupa della manifestazione dal 1986 prima come condirettore e poi, dal 1992, in qualità di Direttore artistico. Gianpiero Piscaglia ha votato la sua vita professionale al mondo delle arti dal vivo e alla musica in particolare lavorando  per importanti istituzioni nazionali e internazionali. E’ promotore di numerose rassegne musicali e per sua iniziativa nasce la Rassegna Internazionale dei Conservatori di musica. E’ impegnato anche in attività didattiche e, tra l’altro, è docente presso l’Università di Urbino del corso Economia e gestione dello spettacolo per la Laurea triennale della Facoltà  di Lettere e Letterature straniere.



“E l’anomalia della Sagra Musicale Malatestiana continua – ci dice Piscaglia – dal 1992 non c’è più il valore aggiunto del Tempio perché ne siamo fuori, i concerti e gli spettacoli si fanno altrove, ma nonostante ciò non ha perso pubblico, anzi. Siamo passati dalle 700-800 presenze, quelle che il Tempio Malatestiano consentiva, ai 1300-1400 spettatori di media a sera e tutti paganti. Sono risultati stupefacenti. A volte, neanche in grandi città che hanno bacini di utenza di milioni di persone si raggiungono, nella musica sinfonica, questi numeri di media”.

Dunque, un successo che perdura quello della Sagra Malatestiana sicuramente per il forte radicamento nel territorio, ma anche per la sempre altissima qualità delle proposte nonché grazie all’impegno propedeutico, probabilmente unico nel suo genere, che si concretizza nel Progetto Mentore. La cultura e le arti dal vivo hanno bisogno del rinnovamento del pubblico e questo succede “attraverso i giovani – precisa Gianpiero Piscaglia – per questo noi abbiamo voluto il Progetto Mentore attraverso il quale uno sponsor, che può essere anche un semplice cittadino, adotta un giovane assolutamente analfabeta dal punto di vista della musica sinfonica.

Sono giovani presi dalle liste dell’anagrafe che non devono aver mai messo piede in una sala da concerto. Insomma, giovani dei nostri tempi, quelli che vanno nelle discoteche della nostra Riviera. Per il rinnovamento della platea, che dia sempre nuova linfa a istituzioni come la nostra, bisogna catturare quello che gli economisti indicano come ‘non pubblico’ ed è ciò che facciamo con il Progetto Mentore. Abbiamo avuto una risposta che mai avremmo pensato.

Da cinque anni a questa parte abbiamo dai 130 ai 150 ragazzi che ci chiedono di partecipare al Progetto Mentore. Per tre anni a questi ragazzi viene pagato l’abbonamento ai nostri concerti sinfonici che, va sottolineato, alla fine dei tre anni tornano a rinnovare autonomamente. Continua quella ‘anomalia’ di cui parlavo in un tratto di costa abituata a ben altri consumi,  con un ricambio di giovani che credo abbia pochi, pochi altri esempi in Italia”.

 

 

 
 

La Sagra Malatestiana ha cercato e creato una propria identità attraverso “percorsi di lettura” mettendo a confronto interpreti e autori creando programmi che vengono approfonditi nel corso del Festival generando aspettativa nel pubblico anche con proposte autonome e originali, come mettere in scena testi non scritti per il teatro e tantomeno per la musica, una sfida e un azzardo, come si conviene a un vero festival, che ha suscitato sempre crescente interesse di musica e critica.

Proprio con questa particolare sezione del Festival si apre la 61ma edizione della Sagra Malatestiana che vede ancora una volta impegnato il regista Denis Krief che firma la prima assoluta del Canto d’amore e morte dell’Alfiere Christoph. Sulla  musica dei compositori Viktor Ulmann e Frank Martin viene raccontata la ballata  Il Canto d’amore e morte dell’Alfiere Christoph Rilke del poeta e scrittore Rainer Maria Rilke testo al quale si sono ispirati  gli stessi Ulmann e Martin. Rilke evoca le gesta di un suo antenato, un giovane aristocratico che nel 1666 va alla guerra in Ungheria dove sparisce. Gli interpreti dello spettacolo sono il pianista Francesco Libetta, il mezzosoprano Brigitte Ravenel e la voce recitante di Hans Fleischmann. Repliche il 31 agosto e il 1 settembre.

L’apertura ufficiale della Sagra Malatestina è affidata a Riccardo Chailly alla guida della Gewandhausorchester Leipzig, prestigiosa formazione di cui è direttore musicale. Il concerto,  in prima italiana, è un omaggio a Robert Schumann nel secondo centenario della nascita e vede la straordinaria presenza di Kit Armstrong, giovanissimo musicista americano, ha 17 anni, uno dei fenomeni della nuova generazione di pianisti. L’appuntamento è per mercoledì 2 settembre presso l’Auditorium Palacongressi di Rimini. 

E’ poi la volta, il 6 settembre, della Mahler Chamber Orchestra, per la prima volta a Rimini, ensemble orchestrale tra i più versatili e amati dal pubblico di tutto il mondo, nata per volere di Claudio Abbado,  diretta per l’occasione da Constantinos Carydis. Il programma, incentrato su Beethoven, vede il talentuoso pianista turco Fazil Say interpretare il Concerto n.3 op.37. Torna a Rimini, il 9 settembre,  l’Orchestra Filarmonica della Scala, guidata da Semyon Bychkov, con un articolato itinerario musicale che da Cajkovskij approda a Bartók.

 

 

 

Due i concerti con la Czech Philharmonic Orchestra e il Coro Filarmonico di Praga, diretti da Ion Marin, impegnati, il 12 settembre, nella Nona Sinfonia di Beethoven e il 13 in una serata ad invito dedicata a Dvorak e Smetana e al secondo Concerto per pianoforte e orchestra di Chopin affidato al raffinato  Pietro De Maria. Ultimo appuntamento sinfonico il 19 settembre con la  Bayerisches Staatsorchester e la grande bacchetta di Kent Nagano. In programma musiche di Richard Strauss e Anton Bruckner.

La Sagra Musicale Malatestiana rende omaggio a Fryderyk Chopin, in occasione del duecentesimo anniversario della nascita, proponendo l’esecuzione dei virtuosistici  “Studi sugli Studi di Chopin” del compositore Leopold Godowsky. Al piano c’è Francesco Libetta  coadiuvato, in questa impegnativa impresa, dagli allievi dell’Accademia Pianistica di Imola “Incontri con il Maestro” e dell’Istituto Musicale "Lettimi" di Rimini. Il 18 settembre,

Prosegue il lavoro che la Sagra Musicale Malatestiana dedica alla riscoperta di musicisti riminesi.  Il concerto dell’ensemble Seicentonovecento diretto da Flavio Colusso esegue, il 16 settembre, in prima assoluta in tempi moderni, Al Ingresso di Christo nel deserto (Vienna 1683). E’ un oratorio seicentesco di Antonio Draghi tramandato da un manoscritto musicale. Riconosciuto come il musicista più importante attivo in Austria nella seconda metà del ‘600, Draghi fu, per quasi tutta la vita, Maestro di cappella e intendente musicale alla Corte imperiale di Leopoldo I. La sua immensa produzione artistica, ancora oggi in gran parte inedita, è conservata presso la Biblioteca Nazionale di Vienna.

Da segnalare ancora, il 20 e 21 settembre, il progetto inedito Canticum Cordis Note di musica medicinale, affidato a Elena Sartori alla guida del Melodi Cantores Ensemble e del Coro Musicaficta. Vengono riportati alla luce i lavori di Benedetto Magni (1674-1737) e dei suoi allievi ravennati e riminesi del Fondo Gaspari dell’Archiginnasio di Bologna. Nei mottetti seicenteschi di ambiente romagnolo sono significativamente numerosi quelli in cui si fa riferimento ai concetti di malattia, cura e guarigione nonché a inediti rimandi al mondo della medicina.

 

 

 

La metafora ricorrente è quella della fede vista come “salus” e come “curatio” dal  “morbus” costituito dal peccato originale. Esplorando le relazioni tra musica e medicina nei testi filosofici coevi – e in altri dell’epoca rinascimentale – si evidenzia un percorso dove le due discipline appaiono strettamente legate tanto da evocare, in anticipo di vari secoli, le teorie della contemporanea musicoterapia. Nella Chiesa del Suffragio di Savignano l’ensemble Rosantico,  tutto al femminile, presenta il 28 settembre Dolcissimi sospiri et soavi Harmonie, affetti ed effetti nelle musiche del Seicento italiano di Giovanni Battista Riccio, Girolamo Frescobaldi, Biagio Marini, Barbara Strozzi, Nicolò Corradini, Francesca Caccini ed altri.

La 61ma edizione della Sagra Malatestiana ha avuto un prologo iniziato il 4 agosto con il primo concerto di BWW Bach, la rassegna dedicato al Genio di Lipsia. Dopo le prime tre fortunate edizioni, la BWW Bach è tornata con quattro appuntamenti di musica Barocca che si sono conclusi il 20 di agosto. Ospiti della kermesse prestigiosi interpreti quali  Gabriele Cassone, virtuoso della tromba, l’Ensemble Pian&Forte, il violista da gamba Vittorio Ghielmi, il duo composto dal violista Luca Giardini e dal clavicembalista Matteo Messori e il Coro Costanzo Porta diretto da Antonio Greco.