Gli U2 sono ancora lì, sulla cresta dell’onda, dopo tutti questi anni. “Gli U2 sembrano ancora gli unici al mondo – ha scritto Mario Luzzato Fegiz sul Corriere – in grado di riunire le folle, scatenare la caccia al biglietto e sono anche gli unici ad avere un frontman chiamato Bono che viene ricevuto da capi di Stato”.



Nonostante la data inusuale (6 agosto 2010 a Torino) 45.000 persone di ben tre generazioni diverse hanno assistito a un evento: il concerto degli U2 – 360° Tour. Scenografia ormai nota, gigantesca, impressionante “l’immenso ragno elettronico-meccanico a 4 zampe che riempie il centro dello stadio e lo domina”.



Scaletta annunciata e confermata, con i suoi inediti e i suoi grandi ritorni: Space Oddity/The return of the stingray guitar, Beautiful Day, Magnificient, Get on your boots, Mysterious ways, I still haven’t found, North Star, The flowering rose of Glastonbury, Elevation, In a little while, Miss Sarajevo, Until the end of the world, Unforgettable fire, City of blinding lights, Vertigo, I’ll go crazy if I don’t go crazy tonight, Sunday bloody sunday, MLK, Walk on, One, Where the streets have no name, Encore, Hold me thrill me kiss me kill me, With or without you, Moment of surrender.

Il primo video di questa U2 videogallery è l’esecuzione di Magnificent (dall’ultimo album “No Line On The Horizon”).



 

Magnificent: «Sono nato/ Sono nato per cantare per te/ Non avevo altra scelta che tirarti su/ E canterò qualunque canzone che tu vorrai io canti/ Ti darò indietro la mia voce/ Dal grembo il mio primo pianto, era un rumore di gioia».

Come scrive John Waters nella sua recensione di “No Line On The Horizon”: È a questo livello che questo album merita di essere valutato. E ancora è il caso che un album venga descritto senza riferirsi alle qualità di una singola canzone. Come i suoi formidabili predecessori “The Joshua Tree” e “Achtung Baby”, ha un’integrità che deve tanto all’umore quanto al modo di suonare, o alle parole.

Gli U2 sono stati brevemente, nella fase centrale, le canzoni. In verità, recentemente sono stati uno scatenarsi proustiano attraverso le macerie di una musica che è avvenuta troppo rapidamente per la chiarezza, scavando pezzi che sembravano poter contenere più di quanto apparisse la prima volta. In queste registrazioni, si continuano a sentire brani con allusioni elusive che ti portano a un livello più profondo di memoria, ma in qualche modo riscattate attraverso un filtro che riconosce e applica un senso più profondo di ciò che il cuore dell’uomo desidera. ).

 

 

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