Se ne parla da tempo, ma dati alla mano il quotidiano inglese The Guardian denuncia ufficialmente la morte della musica rock. Nel 2010, tra le cento canzoni più vendute nella classifica inglese, solo tre di queste si potevano definire “canzoni rock”.
Nel 2009 le canzoni rock occupavano il 13% della classifica annuale, nel 2010 sono precipitate al 3%. Davanti, le canzoni hip-hop e R&B con il 47% del mercato, le canzoni pop al 40% e la dance al 10%. E la notizia che la miglior canzone rock del 2010 sia stata un pezzo di trent’anni fa, Don’t Stop Believin’ dei Journey resa nuovamente popolare grazie alla serie televisiva Glee, non è certo confortante. Le altre due canzoni rock che appaiono nella classifica inglese sono Train dei Soul Sister e Over di Florence + The Machine.
Il dj e veterano del giornalismo rock Paul Gambaccini ha dichiarato: “E’ la fine di un’era così come fu la fine del jazz anni fa. Questo non significa che ci saranno ancora die bravi musicisti rock, ma la musica rock come stile prevalente è parte della storia”.
Una delle cause è il sempre minor investimento da parte delle case discografiche nella ricerca di talenti preferendo invece affidarsi ai talent show come X Factor. La stessa cosa sta accadendo sul fronte dei concerti.
Se è vero che l’artista che ha guadagnato di più nel 2010 con le tournée è stato Jon Bon Jovi, è altrettanto vero che si tratta di un artista sulla soglia dei 50 anni: il 40% degli artisti rock tra i venti che hanno guadagnato di più con i concerti avrà 60 anni l’anno prossimo, uno su cinque avrà 50 anni. "I promoter sono nel panico" dice ancora Gambaccini "perché fra 10 anni tutti questi artisti si saranno ritirati".