La cantante Emma Marrone ha cantato e parlato a piazza del Popolo a Roma in occasione della manifestazione “Se non ora quando”, con lo scopo di divulgare l’importanza della presenza delle donne nella vita del Paese. Dal programma “Amici” fino al festival di Sanremo, la giovane cantante fiorentina, reduce dal successo del disco d’oro “Sarò libera”, aveva già partecipato allo stesso evento il 13 febbraio scorso e oggi è salita nuovamente sul palco per esprimere il suo punto di vista. «Molti di voi – ha detto la Marrone – si chiederanno “che c’entra lei qui, lei che è ricca e famosa?”. Io sono qui perché voglio rompere lo stereotipo sulle donne che stanno in tv o su un palcoscenico. Io sono stanca di essere vista come una donna pupazzo. Sono qui perché non bisogna fare di tutta l’erba un fascio e prima di diventare famosa, ho conosciuto cosa significa lavorare 10-12 ore per 300 euro al mese o guadagnare 50 euro per non chiedere niente ai propri genitori che avevano lo stesso cappotto da vent’anni». La cantante, che partecipa all’evento anche insieme a Paola Turci, Marina Rei e l’Orchestra Europa Musica, intervistata da La Repubblica, dice di non essere «un’educatrice o una guida spirituale», ma «solo una cantante che dice quello che pensa».  «In Italia – continua Emma Marrone – è pieno di giovani sensibili, che si offrono di aiutare le varie Onlus e le varie situazioni di disagio, ma purtroppo in televisione si parla solo di quelli meno buoni. Anche il fatto che in Italia non ci siano giovani attivi è uno stereotipo, perché invece l’Italia è pieno di giovani in gamba che si adoperano per il proprio Paese, solo che non sono riconosciuti», dice la cantante. Riguardo invece la sua presenza alla manifestazione di quest’oggi, la Marrone non si dice preoccupata: «Non mi pongo il problema se c’è qualcuno che storce la bocca, tanto ci sarà sempre qualcuno che lo farà nei miei confronti. Io invece faccio quello che faccio per quella gente che storce la bocca nei miei confronti, ma per farmi un sorriso».



Leggi anche

Jovanotti: “Chiesa è presenza di Dio nella storia, non è una onlus”/ “Io credo: spalanco la porta al Mistero”SPILLO/ Se per riscoprire i Canti Beneventani gli italiani devono andare a New York